Non profit
E in Cilento la frutta arriva fino in spiaggia
Il primo bio-distretto europeo
di Redazione

Benvenuti in Campania e in provincia di Salerno. Benvenuti, soprattutto, nel bio-distretto del Cilento. Comprende anche Castellabate, la cittadina salernitana resa famosa da Benvenuti al Sud – il film con Claudio Bisio nelle vesti di un postino nordista trasferito per punizione nel Meridione -, il primo laboratorio nazionale ed europeo che raccoglie sotto un’unica sigla aziende agricole, associazioni di produttori, amministrazioni pubbliche, operatori turistici e consumatori accomunati dalla passione per il biologico.
La rete, nata nel 2004 grazie ad un forum pubblico organizzato nel comune di Castel San Lorenzo, copre l’area del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano (il territorio protetto che dalla Basilicata scende giù verso il golfo di Policastro) e include ben trenta Comuni. Fra i quali Pollica, la cittadina guidata fino a settembre scorso da Angelo Vassallo, il sindaco pescatore ammazzato mentre rientrava a casa. Trenta Comuni su cui operano 400 aziende agricole biologiche certificate e iscritte nel registro regionale e 20 bio-presidi. Ossia esercizi commerciali e operatori turistici che si impegnano a promuovere le produzioni del bio-distretto. Nel Cilento, infatti, hanno inventato anche le “Spiagge del biologico”. Durante la stagione estiva, gli stabilimenti balneari ospitano degustazioni di prodotti tipici ed eventi per la presentazione delle eccellenze agricole e dei percorsi verdi, i bio-sentieri.
Le imprese, perlopiù a carattere familiare, hanno sottoscritto il “Patto per il Bio-distretto” con il quale si impegnano a produrre tipico, biologico ed ogm free e a rispettare i principi etici e sociali alla base dell’agricoltura biologica. Un’operazione di marketing territoriale e di sviluppo imprenditoriale che la Campania, ecco il segreto del successo, ha incoraggiato con le risorse comunitarie. La Regione ha finanziato l’esperienza dei mercatini del biologico, due concorsi regionali per premiare i produttori locali e sostenuto le spese per la partecipazione alle fiere di settore. I risultati non hanno tardato ad arrivare. Secondo la sezione campana dell’Aiab – Associazione italiana agricoltura biologica, il fatturato delle 50 aziende che partecipano attivamente alle attività del Bio-distretto è cresciuto negli ultimi due anni del 20%. La rete dei produttori col tempo ha consolidato il rapporto con la Regione. Nel 2009, infatti, l’assessorato all’Agricoltura, l’Aiab, il Parco nazionale, la Comunità montana e l’associazione Città del Bio hanno siglato un protocollo d’intesa che riconosce il Bio-distretto e individua una serie di iniziative per la valorizzazione del biologico e del territorio. Nel 2010, invece, l’Aiab ha realizzato un’indagine sul fabbisogno dei produttori e dei consumatori del Bio-distretto e avviato un progetto pilota di piattaforma logistica per le produzioni biologiche da filiera corta in collaborazione con il ministero dell’Agricoltura nell’ambito del progetto “LoginBio”. Non finisce qui. Quest’anno diventeranno operative le misure di semplificazione della certificazione bio sperimentate nel Cilento dall’Aiab nell’ambito di un altro progetto finanziato dal ministero dell’Agricoltura. [Francesco Dente]
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