Mondo

E ora parte la diplomazia

A sole 24 ore dalla presa di Tripoli, si mette in moto la macchina per accompagnare la transizione

di Redazione

Tripoli è libera, in mano ai ribelli. Ma gli spari continuano, con i cecchini del rais che sparano anche sui bambini. E resta fitto il mistero sulla sorte del colonnello Muammar Gheddafi.

Questa notte Saif al-Islam, figlio e delfino del colonnello libico, dato per arrestato ieri mattina, è in realtà ricomparso libero in città. Si è presentato ai giornalisti stranieri assicurando che Tripoli è sotto il controllo dei lealisti. «Sono qui per smentire certe voci – ha detto – a Tripoli va tutto bene. La città è sotto il nostro controllo. Avete potuto constatare come il popolo si sia sollevato”. Infine Saif al-Islam ha assicurato che il padre si trova ancora a Tripoli.

La Nato ha lanciato volantini sulla città di Tripoli invitando i soldati di Muammar Gheddafi a deporre le armi e a unirsi ai ribelli. «Smetti di combattere – si legge nel volantino riportato da al Jazeera – torna dalla tua famiglia e servi il tuo Paese deponendo le armi, abbandonando il tuo posto e rispettando il diritto di tutti i libici di vivere in pace». Più duri i toni in un altro volantino diretto ai mercenari al soldo di Gheddafi: «A tutti i combattenti non libici presenti a Tripoli. Siete complici di azioni violente contro civili libici innocenti. La Nato ha i mezzi e le capacità per applicare il mandato Onu di proteggere i civili e le zone residenziali. La Nato è decisa a usare le sue capacità contro ogni minaccia. Lascia ora questo Paese».

In mattinata la Nato ha lanciato volantini sulla città di Tripoli, per invitare i soldati di Gheddafi a deporre le armi e a unirsi ai ribelli. «Smetti di combattere – si legge nel volantino riportato da al Jazeera – torna dalla tua famiglia e servi il tuo Paese deponendo le armi, abbandonando il tuo posto e rispettando il diritto di tutti i libici di vivere in pace». Più duri i toni in un altro volantino diretto ai mercenari al soldo di Gheddafi: «A tutti i combattenti non libici presenti a Tripoli. Siete complici di azioni violente contro civili libici innocenti. La Nato ha i mezzi e le capacità per applicare il mandato Onu di proteggere i civili e le zone residenziali. La Nato è decisa a usare le sue capacità contro ogni minaccia. Lascia ora questo Paese».

A livello internazionale intanto, le cancellerie dei vari Paesi stanno iniziando a riconoscere formalmente l’autorità del Consiglio Transitorio Nazionale Libico. Dopo Giordania (tra i primi Paesi arabi a riconoscere il Cnt come unico rappresentante legittimo della Libia) ed Egitto, ieri anche la Lega Araba, Anp e Colombia hanno riconosciuto il Cnt.

Mustafa Abdel Jalil, capo del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) libico domani vedrà a Parigi il presidente francese Nicolas Sarkozy e probabilmente farà anche una tappa a Milano per incontrare Silvio Berlusconi. I Ministri del Gruppo di Contatto hanno deciso che i Direttori Politici dei loro Paesi si incontreranno a Istanbul giovedì 25 agosto per analizzare le aeree di intervento in settori cruciali quali la sicurezza e ordine pubblico, l’ “institution building”, il settore energetico, le comunicazioni e il controllo delle frontiere.

Si moltiplicano anche gli appelli internazionali al Cnt e all’opposizione, per evitare “atti di vendetta” e il rispetto dei diritti umani, oltre che a portare i responsabili delle violenze davanti alla giustizia. Oltre al segretario generale dell’Onu Ban Ki moon, che ieri ha cancellato gli appuntamenti in agenda e detto personalmente «Faremo di tutto per proteggere il popolo libico», si è già levata la voce del Presidente del Parlamento europeo. In un’intervista al Messaggero l’ambasciatore di Tripoli in Italia, Hafed Gaddur, uno dei primi funzionari a schierarsi dalla parte dei rivoluzionari e contro il regime di Gheddafi, ha detto che Gheddafi deve essere processato” convinto che “il popolo non consentirà” l’esilio del rais e che “saprà affrontare in modo giusto la situazione”.

Leggi anche “Ribelli a Tripoli“.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.