Aspettando il Conclave

E se il prossimo papa arrivasse dall’Asia? E non c’è solo Tagle

Chi si affaccerà dalla loggia della Basilica di San Pietro dopo il fatidico «Habemus Papam»? Al momento in cui scriviamo i 133 cardinali sono chiusi nella Cappella Sistina. Negli ultimi giorni uno dei nomi più ricorrenti è quello dell’arcivescovo emerito di Manila, uno dei rappresentanti di una chiesa poco conosciuta alle nostre latitudini che conta ben 24 cardinali elettori

di Antonietta Nembri

L’Erga omnes è risuonato nel pomeriggio di mercoledì 7 maggio. Da quel momento i 133 cardinali sono isolati dal mondo per scegliere il nuovo Papa. Un collegio cardinalizio che, sottolineava il direttore editoriale di AsiaNews padre Gianni Criveller, missionario e presidente della Fondazione Pime, nel suo editoriale non a caso intitolato: Perché c’è così tanta Asia nel prossimo conclave «non è mai stato così numeroso e sarà dunque il conclave più affollato della storia. Come pure il Collegio non è mai stato così universale. È una buona notizia, perch锑cattolica” vuol dire universale, e dunque la Chiesa diviene sempre più pienamente se stessa». 

In conclave Myanmar e Singapore

Universale al punto che se non ci sarà sotto le volte dipinte da Michelangelo un cardinale a rappresentare diocesi antiche come quelle di Parigi o Milano «Paesi come il Myanmar, la Mongolia, la Thailandia, e Singapore, con un numero piuttosto esiguo di cattolici, sono rappresentati. In un senso molto importante il prossimo conclave rispecchia più il mondo che la Chiesa cattolica, o meglio ancora, rispecchia la vocazione missionaria della Chiesa diffusa su tutto il mondo», scrive ancora Criveller.
Che sottolinea: «Per la prima volta in modo molto serio, alcuni cardinali asiatici sono considerati validi candidati all’elezione. Naturalmente» precisa, «a noi non interessa il toto-nomi, quanto piuttosto registrare un dato di cronaca che ha una significativa valenza ecclesiale».

L’Asia, un continenti in cui succedono cose

Ma chi sono questi cardinali asiatici? Il primo che salta in mente è ovviamente l’arcivescovo emerito di Manila il filippino Luis Antonio Gokim Tagle. È lui il più quotato dai bookmakers, la sua performance canora in Imagine ha fatto il giro dei social. Eppure, come ricorda Giorgio Bernardelli, direttore responsabile di AsiaNews «non ci sono mai stati così tanti cardinali asiatici in conclave, ben 24 perché Zennari, viene annoverato tra gli italiani, ma lui è cardinale come nunzio in Siria. L’Asia è un continente in cui succedono cose, dove è vero che i cattolici sono il 3% della popolazione, ma stiamo parlando della metà del mondo, quindi di decine e decine di milioni di fedeli. E papa Francesco questo lo aveva capito molto bene». 

In Asia i due Paesi cattolici più significativi sono Timor Est, ma soprattutto le Filippine, patria di Tangle 100 milioni di abitanti e dove le comunità cattoliche sono molto vivaci. Ma sono migliaia anche i filippini emigrati in tutto il mondo. 

Tagle, da oltre 20 anni un volto noto

I mass media e i social sembrano aver scoperto monsignor Tagle nelle ultime settimane eppure sono oltre 20 anni che è un volto significativo del cattolicesimo asiatico «Giovanni Paolo II lo aveva nominato come membro della Commissione teologica internazionale, allora presieduta da Joseph Ratzinger», ricorda Bernardelli. Che sottolinea il grande spessore di monsignor Tagle «è un grande comunicatore, un teologo capace di parlare con semplicità. Da vent’anni ha una trasmissione tv in cui spiega il vangelo della domenica». Presidente di Caritas Internationalis fino al 2022 dal 2019 è stato prefetto della congregazione per l’evangelizzazione dei popoli. 

Corea, qui la chiesa è missionaria

«Ma non è l’unico volto asiatico da tenere presente» assicura Bernardelli. Perché in questa chiesa d’Asia che in Italia conosciamo poco ci possono essere dei veri outsider come il coreano Lazzaro You e il cardinale di Hong Kong Stephen Chow Sou-yan «negli ultimi conclavi c’è sempre stato un cardinale di Hong Kong».
You, spiega Bernardelli, «è espressione di un’altra grande chiesa asiatica che è quella coreana. Qui la conosciamo poco, ma la Corea del sud ha missionari in tutta l’Asia. Nel suo viaggio in Mongolia papa Francesco ha incontrato i missionari che erano coreani». 

«I cattolici coreani» chiude Bernardelli «sono dei grandi donatori dell’Obolo di San Pietro, sono quasi al livello degli Usa. Inoltre la prossima Gmg del 2027 sarà a Seul, a oltre 30 anni da quella del 1995 di Manila con Giovanni Paolo II. Da allora non ce n’erano più state in Asia».

In apertura piazza San Pietro – photo Associated Press / LaPresse

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