Cultura

E Wojtyla disse: “Questa è la strada”

Tanti incoraggiamenti negli incontri con Confcooperative: "Voi sapete che il bene dei singoli è il bene di tutti. Continuate così"

di Redazione

Confcooperative e l?ultimo papa. In questo commosso ricordo, il documento degli interventi e passaggi che Wojtyla ha riservato nel corso del suo lungo pontificato all?attività delle cooperative di ispirazione cristiana.

Giovanni Paolo II ha mostrato una straordinaria capacità di interpretare i problemi e il senso del lavoro e della solidarietà nel mondo contemporaneo. Questa propensione è documentata soprattutto in encicliche specificatamente dedicate alla dottrina sociale: Laborem exercens del 1981, Sollecitudo rei socialis del 1987 e Centesimus annus, scritta nel 1991. Per la dottrina sociale della Chiesa, a cui Confcooperative ispira la sua azione, l?economia deve essere al servizio della persona e non il contrario. Il fine è la valorizzazione dell?individuo attraverso il lavoro e non la mercificazione del lavoro stesso. Giovanni Paolo II ha dato un grande impulso alla dottrina sociale della Chiesa, attualizzandola e arricchendola.
Durante il pontificato Confcooperative ha incontrato il Papa più volte, sia in udienze riservate ai nostri cooperatori, sia nel privilegio di incontri più ristretti, come per la partecipazione alla messa che il santo padre celebrava al mattino nella sua cappella privata. Nelle encicliche e nelle parole a noi rivolte da Giovanni Paolo II ricorrono alcuni temi costanti che, riletti oggi, vibrano di attualità. Da questa rilettura ci si accorge che la nostra idea del ?terzo tempo della cooperazione?, prodotta da una riflessione sulle fasi evolutive dell?esperienza cooperativa italiana, è in piena sintonia con la dottrina sociale della Chiesa.
Più volte il papa si è rivolto alla nostra organizzazione, con messaggi di incoraggiamento ed esortazione. L?ultima volta l?ha fatto in occasione della nostra assemblea generale, nel marzo 2004, quando con un telegramma ci invitò a proseguire nell?impegno di solidarietà cristiana. In un messaggio meno recente aveva sottolineato che «la vostra personale esperienza vi porta certamente a riconoscere che la solidarietà e la collaborazione richiedono il concorde impegno per il raggiungimento di scopi precisi, quali la produttività, lo sviluppo, la garanzia di un adeguato compenso per tutti i soci, il miglioramento della qualità e dell?espansione del mercato. Ma voi siete pure in grado di attestare che il conseguimento di quegli obiettivi si svolge a beneficio dei singoli soci. Voi sapete quindi che il bene dei singoli membri può essere portato a coincidere con quello di tutti e che il bene comune si rivela più grande della somma dei beni individuali: è un bene che supera, per qualità, la somma dei singoli beni individuali».
Parole di grande attualità, in un?epoca di squilibri, di cambiamenti, di incertezze. Giovanni Paolo II ci ha sempre esortato a non vivere passivamente la nostra condizione, bensì a impegnarci in prima persona per affrontare le situazioni che ci si parano davanti. Nella stessa dottrina sociale della Chiesa si valorizzano i corpi intermedi a finalità economiche, sociali e culturali, si enfatizza la necessità di far partecipare il lavoratore alla gestione della propria azienda od organizzazione, si sottolinea l?importanza di valori quali la collaborazione, la solidarietà, il perseguimento del bene comune.
Sono queste indicazioni che coinvolgono a pieno titolo le imprese cooperative e i loro soci. Perché nelle cooperative non solo la persona prevale sugli aspetti economici, ma anche perché alla base dell?impresa cooperativa vi è la volontà condivisa dei suoi membri di tutelare gli interessi comuni quando non addirittura quelli dell?intera collettività in cui la cooperativa opera. La cooperazione porta inoltre con sé un?idea di pace e di armonia ed è pervasa da principi quali la fratellanza e la solidarietà, valori che hanno sempre ispirato l?azione del papa. La solidarietà sociale permette di avviare e sostenere l?impresa cooperativa nell?obiettivo dell?efficienza produttiva, senza incorrere nell?errore sotteso alla logica economica pura della massimizzazione del profitto, che spesso conduce con sé alterazioni e disordini all?interno della comunità umana. Alterazioni e disordini che Giovanni Paolo II, instancabilmente, ha sempre combattuto.