Welfare

Ecco la sfida: solo un welfare sussidiario rilancerà le imprese

Le proposte del Forum sul mondo del lavoro

di Redazione

Dice Natale Forlani, presidente di Italia Lavoro: «Le famiglie sono il cuore del sistema economico italiano. Sino ad ora un welfare distorto ha lasciato sulle loro spalle carichi non sostenibili. Oggi si deve cambiare»«Gli interventi di welfare messi in campo dai governi italiani, tutti fortemente orientati alla dimensione individuale, hanno sempre trascurato e penalizzato il “soggetto famiglia”, disconoscendone la funzione di ammortizzatore sociale, motore economico e imprenditoriale, di fatto ricoperta senza alcun supporto e spesso addirittura in contrasto con la politica». Mercoledì 15 aprile, in occasione del convegno «Lavoro e famiglia», il Forum delle persone e delle associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro, lo ha detto senza tanti giri di parole: «O superiamo l’annosa dicotomia tra ruolo effettivo e ruolo riconosciuto alla famiglia o corriamo incontro a un rapido collasso del sistema sociale». Tertium non datur. Dall’altra parte, ad ascoltare e prendere nota, la classe politica chiamata in causa: il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi; il leader Udc, Pierferdinando Casini; il responsabile del dipartimento Welfare e Lavoro del Pd, Enrico Letta.
Un momento di confronto in cui Cisl, Compagnia delle opere, Confcooperative, Confartigianato e Movimento cristiano lavoratori hanno avanzato ipotesi concrete di intervento per un welfare sostenibile. «L’ipotesi, che ci auguriamo trovi un seguito legislativo, è quella di introdurre politiche fiscali che correggano un sistema di welfare distorto, alleggerendo il bilancio familiare di alcuni capitoli di spesa e distribuendo in modo più equo i carichi degli ammortizzatori sociali», spiega Natale Forlani (nella foto), presidente e amministratore delegato di Italia Lavoro, nonché portavoce del Forum. «Sulle famiglie, per esempio, gravano interamente i costi dei servizi alla persona, come l’assistenza ai bambini o ai congiunti non autosufficienti. L’introduzione di un voucher detraibile avrebbe molteplici vantaggi: consentirebbe loro di sostenere costi minori e di operare una scelta di mercato non soltanto più vicina alle specifiche esigenze di conciliazione famiglia-lavoro, ma anche propulsiva del settore. La domanda di servizi, infatti, produrrebbe nuova occupazione, soprattutto al femminile». Il forum guarda oltralpe, al modello francese, «dove il sistema ha prodotto in un anno 140mila nuovi posti di lavoro».
Oltre al voucher, si rinnova la proposta degli assegni familiari, mettendo sul piatto anche l’ipotesi di fondi di garanzia per tutelare le famiglie che investono nelle imprese. «Sono loro, infatti, a sobbarcarsi per intero tutte le scelte di rischio, senza alcuna misura protettiva», prosegue Forlani. «In mancanza di un sostegno reale, la crisi economica rischia di strozzare alla radice il sistema delle aziende a conduzione familiare, zoccolo duro dell’economia italiana».
La famiglia, dunque, come chiave interpretativa da cui ripartire per rilanciare le imprese e stimolare un mercato dei servizi ufficiale come già avvenuto in altri Paesi europei. E la proposta di una nuova stagione all’insegna della concertazione, che coinvolga politica, parti sociali, enti locali, famiglia e imprese, nella formulazione di un welfare sussidiario. Questa la sfida lanciata. Ora, la palla al governo.

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