Non profit
Editoria contro non profit?
Verso il ripristino i fondi all'editoria. E fra gli emendamenti spuntano i nemici del non profit
di Redazione

Hanno superato il primo vaglio di ammissibilità gli emendamenti sull’editoria presentati al decreto milleproroghe da quasi tutti i gruppi del Senato. Le proposte di modifica sono volte a reintegrare di 50 milioni (riportandolo a 100 milioni) il fondo decurtato con la legge di stabilità per coprire l’aumento di risorse al 5 per mille. Bisognerà ora attendere l’esito dell’esame della Commissione bilancio sulle coperture prima che gli emendamenti possano essere messi ai voti.
Occhi puntati quindi su Palazzo Madama per evitare blitz dell’ultima ora. Malgrado le rassicurazioni del senatore Maurizio Saia, che ha escluso si possa far riferimento al 5 per mille, di fatto non si sa ancora per certo dove verranno recuparati i fondi che mancano all’editoria. Per temere il peggio basta vedere gli emendamenti presentati in fase di conversione del Milleproroghe per capire che tutto è possibile. Qualche esempio?
Come fa notare Carlo Mazzini sul sito Quinonprofit alcune proposte sono “imbarazzanti” come nel caso dell’emendamento presentato da Possa, Asciutti, Giambrone, Gustavino, Pittoni, Rusconi, Valditara con cui si intende sottrarre al 5 per mille altre somme (700mila euro) da destinare alla Biblioteca italiana per ciechi “Regina Margherita” di Monza, o la proposta del solo Possa per destinarne 2 milioni alla Accademia dei Lincei. Altre proposte, invece, sono al limite del macchiavellismo, come quella del senatore Malan, che auspica si sostituisca all’art.2 al comma 1, terzo periodo, seconda parte, la parola: «pari» con l’altra: «fino». Risultato? Invece di dire che alla SLA andranno 100 milioni, dice che andranno “fino a” 100 milioni. Quindi potranno essere assegnati da 1 euro a 100 milioni.
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