Cultura

Elettroshock, Cancrini: si fa poco perché serve a poco

Lo psichiatra e deputato dei Comunisti italiani boccia come "stupida" l'iniziativa degli psichiatri dell'Aitec

di Redazione

“In Italia l’elettroshock si fa poco perche’ non e’ utile”. Luigi Cancrini, psichiatra e psicoterapeuta oltre che deputato dei Comunisti italiani, boccia come “stupida” l’iniziativa dell’Associazione italiana per la terapia elettroconvulsivante (Aitec) che intende scrivere una petizione al ministero della Salute per “chiedere l’apertura di almeno un servizio di Tec (terapia elettroconvulsivante) per ogni milione di abitante in tutte le regioni d’Italia”. “Al di la’ dei danni fisici immediati – dice Cancrini all’ADNKRONOS SALUTE – l’elettroshock comporta anche danni psichici. E spesso fa registrare peggioramenti importanti”. Lo psichiatra assicura: “Diro’ di piu’, ho osservato un rapporto evidente tra le persone sottoposte a elettroshock e il suicidio. Per molti, infatti, e’ difficile accettare la perdita parziale della memoria e delle capacita’ cognitive”. Secondo Cancrini dunque, “non c’e’ alcuna tecnica da sdoganare, la Tec la fanno gli psichiatri che ci credono. Ma per fortuna la maggioranza degli specialisti italiani pensa che sia inutile”. Anzi, contrattacca lo psichiatra-parlamentare, “credo che a volere una maggiore considerazione dell’elettroshock siano quegli psichiatri che non riescono a entrare in contatto con i loro pazienti”. Un meccanismo che Cancrini spiega come “agito controtransferale, cioe’ il modo di reagire dello specialista alla propria impotenza di fronte a un paziente che invece chiederebbe piu’ pazienza”. E spiega che “la letteratura scientifica evidenzia discreti risultati della Tec solo a breve termine. L’Italia, che ha inventato l’elettroshock e che ne ha eseguiti tantissimi, lo ha poi abbandonato perche’ non funziona. Altrimenti – conclude – non avrebbe avuto senso non praticare una tecnica che funzionava”.

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