Non profit
Emergenza affitti
I canoni di locazione continuano ad aumentare. E per chi guadagna meno di 20mila euro si mangiano metà del reddito. I dati di una ricerca Cgil-Sunia, che fotografa anche il disagio abitativo di Milano e Roma
di Redazione

La crisi non ferma la corsa del caro affitti che in dieci anni, dal 1999, sono cresciuti del 130% e del 145% nelle grandi città. Chi oggi si appresta a stipulare un contratto di locazione pagherà in media 1.100 euro al mese. A Roma e Milano per un appartamento di 80 mq l’affitto mensile è di 2.300 euro in ziona centrale e 1.200 euro in periferia. A rivelarlo una ricerca della Cgil e del Sunia (Sindacato nazionale unitario inquilini e assegnatari) su un campione di 10.000 offerte abitative.
Il costo dell’affitto, quindi, rischia di diventare insosteniibile per le fasce di reddito più basse. L’affitto mangia oltre il 50% del reddito per quei lavoratori che percepiscono dai 15mila ai 20mila euro l’anno (il 27,20% di chi sta in affitto). E questo solo per i contratti in essere. Se lo stesso lavoratore dovesse mettersi alla ricerca di un nuovo affitto, ora dovrebbe pensare di ipotecare il 75% della propria busta paga o pensione. E peggio va per tutti quelli al di sotto della soglia di 20 mila euro. Per chi guadagna tra i 10 mila ed i 15 mila euro l’anno, infatti, il peso di una casa schizza al 70% del proprio reddito fino a farsi insostenibile, il 117%, per quelli che guadagnano meno di 10 mila euro l’anno.
L’area di disagio è piuttosto estesa e, spiega ancora la Cgil, nonostante le famiglie abbiano i requisiti per un alloggio pubblico lo Stato non riesce a dare una risposta. Solo a Roma sono in 17mila le famiglie in graduatoria per un alloggio pubblico; 6mila quelle sfrattate; 16.200 quelle che nel 2006 hanno richiesto il contributo per l’affitto; 5 mila quelle che non hanno potuto acqusitare l’alloggio cartolarizzato; 365 mila gli immigrati regolari. Lo stesso fondo sociale che eroga un sostegno all’affitto istituito nel 2000, ad oggi ha visto tagliate praticamente il 55% delle risorse attribuite e arriverà a perderne circa il 70% entro il 2011.
La stessa situazione si registra a Milano. I dati della Cgil, infatti, parlano di 16.700 famiglie in graduatoria per un alloggio pubblico; 10 mila quelle sotto sfratto; 21 mila i nuclei che nel 2006 hanno richiesto il contributo per l’affitto; 3 mila quelle che non hanno potuto comprare l’alloggio cartolarizzato in cui vivevano; 390 mila gli immigrati regolari.
E in questa situazione, denuncia ancora il sindacato, «il piano casa che doveva essere varato entro il 5 ottobre 2008 ad oggi è rimasto lettera morta, i fondi destinati e ripartiti dal governo precedente sono stati bloccati e giacciono inutilizzati». Servirebbe invece, per la Cgil, riattivare queste risorse che garantirebbero entro il 2009 «la costruzione ed il recupero di circa 20 mila alloggi». Cgil e Sunia chiedono poi di «aumentare con nuove risorse il Fondo di sostegno all’affitto anche per rispondere alla domanda crescente di famiglie di lavoratori licenziati, in cassa integrazione e precari. Aprire un confronto con Governo, Regioni e Comuni per la verifica dell’impatto della attuale legislazione sulle locazioni».
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