Welfare
Emergenza, modello L’Aquila
Previsto un piano edilizio simile a quello abruzzese. Ionta nuovo commissario straordinario
di Redazione

Stato di emergenza fino al 31 dicembre 2010. E’ questo il”primo pilastro” del Piano Carceri presentato oggi in Cdm dal ministro della Giustizia, Angelino Alfano, e illustrato dallo stesso Guardasigilli nella conferenza stampa al termine della riunione. Gli altri “pilastri”, ha spiegato Alfano, sono “il piano edilizio“, “due importanti norme di accompagnamento” e l’introduzione di “duemila nuovi agenti della Polizia Penitenziaria”
Proclamando lo stato di emergenza fino al 31 dicembre, ha spiegato Alfano, “nel corso di quest’anno intendiamo realizzare 47 nuovi padiglioni, cioe’ strutture che insistano e si affiancano a istituti di pena gia’ esistenti, che non ci danno l’incombenza di dover individuare l’area, espropriarla e procedere a tutto l’iter amministrativo”. In tal modo, ha proseguito il ministro, “mentre apriamo questi 47 cantieri sul modello dell’Aquila, noi evadiamo tutta la procedura burocratica per realizzare nel 2011 e nel 2012 le strutture tradizionali e flessibili a cui daremo vita con tempi tipo l’Aquila e con modelli organizzativi di quel tipo“. Il responsabile di “questa missione”, ha aggiunto Alfano, sara’ il capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, anch’egli presente alla conferenza stampa.
Alfano si e’ detto “fiducioso” di poter raggiungere l’obiettivo che, ha spiegato, e’ ritenuto “prioritario” dal premier Berlusconi. Quanto ai fondi necessari, Alfano ha ricordato di “aver reperito 500 milioni” nella legge Finanziaria e “altri 100 milioni” sono stati presi dal bilancio del ministero della Giustizia. “Con 600 milioni costruiremo i 47 nuovi padiglioni e nel frattempo individueremo le modalita’ sia dal bilancio statale che dai finanziatori privati per realizzare gli altri istituti nel 2011 e nel 2012. Il totale dovra’ fare – ha concluso- 21.749 posti, che si aggiungeranno ai posti attualmente disponibili”.
Quanto alle “norme di accompagnamento” che fanno parte del Piano, Alfano ha parlato dell’approvazione nel Cdm di un disegno di legge contentente due articoli. Il primo, “che concede la possibilita’ a chi deve scontare un anno solo di reclusione, di scontarlo ai domiciliari” e l’altra norma, “che prevede la cosiddetta ‘messa alla prova’ per coloro i quali hanno la possibilita’ di essere imputati per reati fino a tre anni, di svolgere lavori di pubblica utilita’ sospendendo il processo“. Le norme, ha spiegato, serviranno a “deflazionare” il sistema Giustizia sia sul piano carcerario che su quello processuale.
Quanto alla Polizia Penitenziaria, il ministro ha detto di ritenere che con duemila agenti in piu’ verra’ dato “un grande sollievo ai 40mila e oltre che gia’ lavorano nel Corpo”. A conclusione del suo intervento, Alfano ha parlato di “una missione che non ha precedenti nella storia della Repubblica: risolvere il problema del sovraffollamento, dare dignita’ alla presenza negli istituti di pena, senza fare amnistie e indulti, non preparati da un recupero dell’attivita’ lavorativa, che hanno prodotto un ritorno nelle carceri di coloro i quali erano usciti”.
PARLA FRANCO IONTA, NEO COMMISSARIO STRAORDINARIO
Franco Ionta, capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e neocommissario straordinario, così introduce il suo ragionamento per uscire dall’emergenza carceraria, sintetizzando quanto è stato discusso dal Consiglio dei Ministri di ieri. Il piano di intervento del Governo poggia su tre aree di intervento: edilizia penitenziaria, implementazione dell’organico di Polizia Penitenziaria, misure deflattive della carcerazione.
La dichiarazione dello stato di emergenza nazionale delle carceri, il cui limite temporale è stato fissato, a partire da oggi, fino al 31 dicembre 2010, spiega Ionta, nasce con riferimento alla legge 225 del 24 febbraio 1992, una legge della protezione civile che consente di dichiarare lo stato di emergenza nazionale in presenza di situazioni che non siano riferite esclusivamente a espisodi di calamità naturale, ma che si estende a situazioni emergenziali che determinano un allarme nazionale. Il Governo nella sua interezza, continua il Capo del DAP, ha accolto la proposta di dichiarare lo stato di emergenza nazionale delle carceri, dichiarazione che comporta la nomina di un commissario delegato dotato di poteri straordinari per affrontare e risolvere il problema.
L’ordinanza che conferisce al Commissario Delegato poteri eccezionali in deroga alle procedure ordinarie, sarà emanato dal Presidente del Consiglio dei Ministri nei prossimi giorni. Il Commissario straordinario potrà dunque procedere in deroga alle ordinarie competenze, velocizzando procedure e semplificando le gare d’appalto. Il “braccio operativo” con cui il Commissario straordinario gestirà l’emergenza carcere sarà la Protezione Civile Servizi S.P.A.
Il portato finanziario delle disposizioni di cui all’art. 2, comma 219, della legge 23.12.2009, n. 193, costituisce premessa per l’individuazione della consistenza numerica di nuovi padiglioni e nuove strutture, tenendo anche conto del presumibile utilizzo dei fondi di bilancio pari a circa 80.000.000 di euro e del finanziamento di talune opere con i fondi a disposizione di Cassa Ammende.
La stabilizzazione del sistema carcerario, prosegue Ionta, passa anche attraverso l’implementazione dell’organico di Polizia Penitenziaria al fine di gestire, in termini di dignità del lavoro e di dignità della detenzione, la popolazione detenuta che, ad oggi, ammonta a circa 64.800 unità., a fronte di una disponibilità stimabile intorno ai 65.000 posti disponibili. Secondo le indicazioni dell’art. 2 comma 212 della legge finanziaria 2010 è prevista l’assunzione di 2.000 unità di Polizia Penitenziaria, i cui tempi devono necessariamente calibrarsi sull’andamento progressivo dello stato delle costruzioni dei nuovi edifici o padiglioni penitenziari. Oltre all’assunzione di 2000 nuove unità, il Capo del DAP ritiene che occorra supplire al fisiologico turn over determinato dai posti resi vacanti dal personale che lascia il servizio per raggiunti limiti di età. Nell’arco dei prossimi tre anni, spiega Ionta, si prevede un turn over di circa 800 unità in meno all’anno, la previsione, quindi, è di supplire tale carenza con la possibilità di assumere circa 1.800 unità di Polizia Penitenziaria. I tempi di assunzione di nuovo personale, aggiunge Ionta, saranno ridotti rispetto alle ordinarie procedure di reclutamento tramite concorso pubblico, in quanto per almeno mille unità si potrà attingere utilizzando la graduatoria degli idonei non vincintitori del concorso pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 10 ottobre 2008, mentre sarà necessario bandire un nuovo concorso per l’assunzione delle rimanenti mille unità. Per accelerare ulteriormente l’immissione in servizio delle nuove unità di personale, l’attuale durata di dodici mesi di formazione sarà ridotta a sei mesi, dagli attuali dodici mesi.
Il terzo punto del “pacchetto carcere”, necessario per consentire una progressiva deflazione della popolazione carceria, è l’introduzione di misure deflattive alla carcerazione. Tenendo contestualmente presente l’esigenza di deflazionare il carcere e l’esigenza di sicurezza sociale, il provvedimento allo studio consente di scontare l’ultimo anno di pena in stato di detenzione domiciliare. In riferimento proprio alle tematiche della sicurezza dei cittadini il provvedimento escluderà quei soggetti che scontano una pena per i reati gravi, quali quelli previsti dall’art. 4 bis dell’Ordinamento Penitenziario e, inoltre, per coloro che contravverrano alle disposizioni sarà previsto un aumento di pena rispetto a quella ora prevista per il reato di evasione.
I provvedimenti, conclude il capo del DAP, devono poter marciare contestualmente e progressivamente nell’arco dei prossimi tre anni. Solo in questo modo sarà possibile raggiungere l’obiettivo che mi sono dato nell’assumere l’incarico di Capo del DAP, ovvero la stabilizzazione del sistema penitenziario, perché lo stato emergenziale non sia più la condizione ordinaria di un sistema che impegna energie, professionalità, risorse capacità in grado di far funzionare una macchina complessa quale è l’Amministrazione Penitenziaria.
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