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Eni, i fondi alzano la voce: corporate governance opaca nella sostituzione di Mincato

I fondi di investimento oggi all'assemblea del gruppo rappresentavano ben l'11,5% del capitale rispetto al 41,5% presente in sala

di Redazione

Si sono presentati in forze i grandi fondi internazionali ed esteri, all?ultima Assemblea dell’Eni dell’era Mincato: una presenza quasi da record, l?11,5% del capitale rispetto al 41,5% presente in sala, a testimoniare che l?avvicendamento al vertice con l?addio dell’Amministratore delegato non è un passaggio indolore. ”Non possiamo certo dire che in questa vicenda di sostituzione del vertice Eni sia stata scritta una pagina positiva della storia della corporate governance in Italia. Non certo riguardo alle persone scelte ma per le modalità e i motivi che hanno accompagnato tali scelte” ha esordito il rappresentante dei Fondi Pioneer che fanno capo all?Unicredit. Sulla stessa linea l?esponente dei Fondi Arca sgr che ha sottolineato lo ”scarso rispetto” da parte del dicastero dell?Economia ”nei confronti del mercato” che pure è presente in forze nell?azionariato del gruppo petrolifero. I rappresentanti dei fondi hanno evidenziato gli ”eccellenti risultati conseguiti dall?ingegner Mincato” e da un management ”lungimirante e coeso” che ”ha saputo dimostrare che la crescita industriale del gruppo e il rendimento degli azionisti possono essere soddisfatti simultaneamente, senza privilegiare l’una scapito dell’altro e soprattutto senza pregiudicare la possibilita’ di sviluppo futuro, grazie al mantenimento di una solida situazione patrimoniale”.