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Epr, svolta o bidone?

di Redazione

L’Epr è il reattore nucleare europeo ad acqua pressurizzata (European Pressurized Reactor o Evolutionary Power Reactor), di terza generazione. Secondo il produttore elettrico francese Edf, l’Epr consente un uso più efficente del combustibile (riduzione del 17% dei consumi), ha una vita di 60 anni, venti più della seconda generazione, opera per il 90% del tempo contro l’83% dei reattori attuali e permette una significativa riduzione – il 26% – dei rifuti radioattivi solidi a lunga vita e una riduzione del 30% di quelli liquidi e gassosi. Secondo Greenpeace, «la taglia maggiore significa più rischi in caso di incidente, la riduzione delle scorie sarà solo del 15% e i rifiuti prodotti saranno più pericolosi perché avranno una vita più lunga».
La centrale elettrica di Olkiluoto 3 in Finlandia, che inizialmente si prevedeva di mettere in servizio nel 2009, è il primo reattore Epr ad essere costruito nel mondo. Il secondo è la centrale nucleare di Flamanville (Bassa Normandia), partito nel 2007. Le altre centrali di questo tipo in avanzato stato di costruzione sono in Cina, a Taishan. In tutti i casi a costruire le centrali è Areva, una multinazionale di cui lo Stato francese possiede più del 90% del capitale azionario.

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