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Esplode la protesta a Tripoli
Tensione nella capitale per la manifestazione dell'opposizione, vittime anche ad Al Beida e a Bengasi
di Redazione

E’ alta la tensione in Libia dove oggi l’opposizione scende in piazza per il ‘giorno della collera’ contro il colonnello Muhammar Gheddafi, al potere da oltre 40 anni.
Nuove manifestazioni sono in corso a Tripoli e Bengasi. Un primo corteo è partito dalla zona di Suq al-Hout e si dirige verso al-Darih, nella capitale libica.
A Bengasi invece è in corso un sit-in degli avvocati libici davanti al tribunale della città. Nella città si sono avuti scontri in piazza, secondo quanto riferisce il sito ‘Libya al-Youm’, tanto che “gli agenti di polizia sono stati costretti a sparare in aria”. Fonti internet parlano di 6 morti, bilancio aggiornato delle vittime degli scontri avvenuti tra ieri e oggi tra la polizia e i manifestanti.
Bengasi, città dell’est, fu teatro di un massacro nel 1996 nel carcere di Abu Selim, quando furono massacrati centinaia di oppositori.
Sempre lo stesso sito ha inoltre reso noto che un corteo contro Muammar Gheddafi è in corso in queste ore anche nella città di Derna, sempre nell’est del paese nord africano.
A Baida la polizia ha eseguito diversi arresti tra i giovani considerati gli organizzatori della protesta. Il rischio di un nuovo bagno di sangue appare alto, come ha anche rimarcato il leader dell’opposizione libica in esilio, il colonnello Khalifa Haftar, che in audiomessaggio via internet ha invitato gli agenti della polizia libica a non reprimere li manifestazioni.
‘Il giorno della collera’, organizzato attraverso i social network, cade nel giorno dell’anniversario della strage di Bengasi del 2006, quando una folla inferocita assaltò il consolato italiano per la questione delle vignette contro il Profeta.
La situazione è molto fluida, al punto che Gheddafi, secondo indiscrezioni di stampa, intende scendere in piazza in segno di solidarietà con i popoli arabi.
Il governo intanto sembra seguire una duplice strategia nell’affrontare la proteste.
Da un lato ha allentato la pressione sui movimenti radicali islamici, disponendo la scarcerazione di 110 membri pentiti del Gruppo jihadista per la lotta islamica, dall’altro ha accentuato la repressione dei movimento politici d’opposizione.
Nelle ultime ore si segnalano arresti e sparizioni, come quelli di Jalal al-Kafawi e Mohammad Suhaim, tra gli organizzatori del ‘giorno della collera’ sul web.
Onu: ascolate la voce del popolo
“I leader devono rispondere in modo sincero e sollecito alle richieste, abbiamo visto le proteste esplose nelle strade, che significano che la gente e’ stata frustrata troppo lungo dal livello di liberta’”. E’ questo il nuovo appello che il segretario generale dell’Onu, Ban Ki moon, ha rivolto ai leader del mondo arabo, attraversato da un movimento di proteste, affinche’ accolgano le richieste di rispetto dei diritti fondamentali. Ban ha offerto l’assistenza e l’aiuto delle Nazioni Unite per avviare il cammino verso le riforme e la democrazia nei paesi dove il popolo e’ sceso in piazza, prima in Tunisia e in Egitto, e ora nello Yemen, in Libia, in Bahrein ed in Iran. Manifestazioni provocate dall’azione di governi che non hanno garantito ai propri cittadini la necessaria liberta’ di espressione, riunione e comunicazione, ha detto ancora il segretario generale. “Queste sono lezioni che i leader devono apprendere al piu’ presto per cambiare”, ha concluso.
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