Non profit

Europa, belle parole. Ma poi?

di Redazione

Un gruppo di 400 docenti e ricercatori universitari ha lanciato un appello alla Commissione europea per un maggiore sostegno alle cooperative e alle imprese sociali in generale. Centro dell’appello è una lettera aperta, promossa da Euricse (centro di ricerca sull’economia sociale) sottoscrittta tra gli altri da Carlo Borzaga, professore di Economia politica a Trento, da Stefano Zamagni, presidente dell’Agenzia per le onlus, da Lars Hulgård, professore di Imprenditoria sociale all’università danese di Roskilde, da Roger Spear, specialista in cooperative all’Open University inGran Bretagna e da José Luis Monzón Campos, economista dell’università di Valencia.
La lettera è stata presentata nel corso di un incontro che si è tenuto il 13 ottobre presso il Parlamento europeo alla presenza dei due commissari,  Michel Barnier (Mercato interno e servizi) ed Antonio Tajani (Industria e imprenditoria). Significativo il titolo dato all’incontro: «From words to action: supporting cooperative and social enterprises to achieve a more inclusive, sustainable and prosperous Europe». Secondo gli autori della lettera, le istituzioni europee si sono spesso espresse negli anni scorsi in favore delle forme di economia sociale proprie dell’Europa, ma sono state ben poche le misure concrete in questo senso. Al contrario, alcune disposizioni legislative europee o degli Stati membri le hanno messe in difficoltà: ne sono esempio le politiche fiscali o l’applicazione dei principi contabili internazionali senza alcun riguardo per le varie forme d’impresa. I docenti chiedono pertanto alle istituzioni comunitarie, Commissione europea in primis, di passare dalle parole ai fatti, seguendo alcuni passaggi precisi.

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