Mondo

Europa: dall’UE 13 milioni di aiuti a Stati africani

La Commissione europea ha deciso di stanziare 13 milioni di euro in aiuti umanitari in favore delle popolazioni africane che vivono in situazioni di crisi

di Redazione

La Commissione europea ha deciso di stanziare 13 milioni di euro in aiuti umanitari in favore delle popolazioni africane che vivono in situazioni di crisi. Seguendo la procedura d’urgenza, l’ufficio degli aiuti umanitari della Commissione (Echo) ha adottato due strategie diverse di intervento: la prima rivolta alla popolazione sudanese rifugiata in Ciad e la seconda, per le persone che ancora vivono in Sudan. Il Ciad ed il Sudan (con 2 milioni di euro a testa) sono tra gli Stati del continente africano beneficiati dagli aiuti umanitari dell’Unione Europea. I soldi garantiranno servizi e aiuti di primo soccorso ai rifugiati sudanesi in Ciad, mentre altri due milioni di euro saranno spesi per soccorrere la popolazione della regione del Grand Darfour nel Sudan dell’ovest. Le decisioni europee per aiutare il governo sudanese rientrano in un piano di aiuti comunitari approvato nel gennaio 2003 che prevede lo stanziamento di 20 milioni di euro per lo Stato africano. Cinque milioni di euro saranno invece destinati alle vittime dei conflitti nella Repubblica democratica del Congo (ex Zaire), in particolare la popolazione del distretto dell’Ituri. I fondi stanziati dalla Commissione serviranno per la ripresa economica e sociale del paese. Nel corso degli ultimi sei anni, la Repubblica democratica del Congo ha beneficiato di 150 milioni di euro in aiuti comunitari diventando il paese africano che riceve piu’ contributi. La Commissione ha poi previsto quattro milioni di euro, in beni di prima necessita’, per la Liberia. Secondo i dati forniti dall’Ue circa il 70% del popolo liberiano beneficera’ direttamente dei fondi stanziati.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.