Cultura
Fame: Fao, guerre e Aids tra le prime cause d’emergenza
Lo afferma un rapporto della FAO presentato oggi in occasione della 31esima Sessione (23 - 26 maggio) della Commissione sulla Sicurezza Alimentare nel Mondo (CSA)
di Redazione
Sono i conflitti armati le cause primarie della fame nel mondo, seguiti subito dopo dall’HIV/AIDS e dai cambiamenti climatici. Lo afferma un rapporto della FAO presentato oggi in occasione della 31esima Sessione (23 – 26 maggio) della Commissione sulla Sicurezza Alimentare nel Mondo (CSA). La Commissione, che apre i lavori oggi, discutera’ dei progressi fatti per ridurre la fame nel mondo e raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Il rapporto mette in guardia sul fatto che se persiste la tendenza attuale, e’ molto probabile che non si riuscira’ a raggiungere l’obiettivo di dimezzare il numero di coloro che soffrono la fame entro l’anno 2015, stabilito dal Vertice Mondiale dell’Alimentazione del 1996 e riaffermato dagli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG) nel 2000. Mentre l’obiettivo di diminuire la proporzione di quelli che soffrono fame e poverta’, il cosiddetto MDG1, potrebbe essere raggiunto nella maggior parte delle regioni del mondo, ad eccezione dell’Africa sub-sahariana. Con una situazione generale della sicurezza alimentare di poco mutata rispetto allo scorso anno, la Commissione concentra la sua attenzione sull’analisi delle principali crisi che hanno esacerbato le emergenze alimentari di breve periodo e delle risposte che potrebbero alleviarne gli effetti negativi. I punti piu’ critici coincidono con le aree che sono state piu’ colpite da guerre civili, conflitti e disastri naturali. In alcuni casi disastri naturali ed intervento umano si sono rafforzati a vicenda causando emergenze complesse e crisi protratte nel tempo. Il rapporto della Commissione avverte che: ”Nel lungo periodo tutti i paesi risentiranno degli effetti dei cambiamenti climatici, in conseguenza del fenomeno del riscaldamento del pianeta”. Il rapporto esorta a prestare particolare attenzione alle ripercussioni che hanno sulla sicurezza alimentare i conflitti, le calamita’ naturali, le malattie di piante ed animali, l’HIV/AIDS e i possibili effetti dei cambiamenti climatici. Secondo il rapporto sono aumentate, sia di numero che di portata, le emergenze alimentari riconducibili a conflitti. ”La proporzione di emergenze alimentari causate dall’attivita’ umana e’ notevolmente aumentata nel corso del tempo. Conflitti e problemi economici sono stati individuati come la causa principale di oltre il 35 per cento delle emergenze alimentari del decennio 1992 – 2003, a paragone del 15 per cento rilevato nel periodo 1986 -1991”.
In un documento preparato per uno degli eventi collaterali ”L’impatto dei conflitti e della ‘governance’ sulla sicurezza alimentare ed il ruolo e l’adeguamento della FAO per il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio” si legge: gli effetti negativi dei conflitti armati non si limitano all’area dove si svolgono. Essi distolgono risorse dai programmi di sviluppo nazionali, indeboliscono le capacita’ dei governi e compromettono in modo indiretto la fornitura di servizi all’intera popolazione. Quasi sempre hanno effetti deleteri anche sui paesi confinanti, a causa dell’afflusso di rifugiati, dell’aumento della spesa militare e dell’impatto generale sull’economia della regione. Contribuiscono anche alla diffusione dell’HIV/AIDS per il grande numero di rifugiati che provocano, per gli stupri e per la diffusione della prostituzione. Il documento definisce la pace ”un bene pubblico ed una condizione essenziale per il raggiungimento degli obiettivi del Millennio”. Esorta tutti i paesi a riconoscere la pace come l’obiettivo prioritario da perseguire. ”La pace incoraggia gli investimenti e consente lo sviluppo economico e sociale. I conflitti distruggono vite, opportunita’ ed ambiente naturale e possono rappresentare uno degli ostacoli piu’ grandi allo sviluppo sostenibile perche’ distruggono in poche ore quello che ha impiegato anni per svilupparsi”. I lavori della Commissione sulla Sicurezza Alimentare sono stati aperti dalle relazioni del Presidente del Burkina Faso, Blaise Compaore’, del Ministro Belga per la Cooperazione e lo Sviluppo, Armand De Deckere e del Direttore Generale della FAO, Jacques Diouf. Sono molti i capi di stato e di governo che partecipano ai lavori. Alcuni di essi saranno anche i relatori degli eventi collaterali che si terranno nel corso delle tre giornate. Questi i temi: L’impatto dei cambiamenti climatici, e delle malattie di animali e piante sulla sicurezza alimentare e sulla riduzione della poverta’; l’impatto dei conflitti e della ”governance” sulla sicurezza alimentare. Ruolo e adeguamento della FAO per il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio; la Rivoluzione Verde in Africa.
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