Welfare

Farmacisti, saremo servizi di primo livello

Vito Novielli (Federconsumo)

di Redazione

«Nel prossimo futuro vedo la farmacia come una sorta di porta di accesso e di offerta di un servizio sanitario di primo livello, oltre che naturalmente come luogo di reperibilità e dispensazione del farmaco. Le farmacie sono pronte a questo passaggio». Vito Novielli il mondo della distribuzione farmaceutica lo conosce bene: è farmacista, vicepresidente di Federconsumo-Confcooperative e si occupa da anni di cooperazione farmaceutica. «E sono tanto più pronte, in quanto sostenute dalle cooperative di distribuzione (circa 8mila su 17mila farmacie)», aggiunge, «già ora facciamo consegne quotidiane, anche per prodotti di nicchia: un meccanismo che consente di soddisfare le esigenze degli utenti delle piccole farmacie allo stesso modo di quelli delle grandi».
Una premessa importante in vista di una maggior integrazione che Novielli descrive nel segno della continuità: «Abbiamo esperienze in corso in varie regioni, dalla Sardegna al Lazio, dalla Puglia alle Marche e alla Lombardia. Le farmacie di cooperativa stanno già svolgendo una serie di attività di supporto, che potrebbero essere valorizzate e implementate. Dallo screening alla prenotazione di visite ed analisi. In alcune aree fanno persino attività di sostegno all’assistenza domiciliare». Una struttura logistica, quella delle farmacie private, che potrebbe essere messa a disposizione delle esigenze collettive. Il loro numero (una ogni 3.500 abitanti circa) e la loro distribuzione territoriale sono regolamentati. Perché non arricchire la loro offerta? «Molte potrebbero accogliere al proprio interno un servizio infermieristico oppure stringere accordi con altre forme di cooperazione, ad esempio la sociale, cosa che in qualche territorio è già avvenuta, per fornire ai propri clienti servizi ancor più integrati». Un percorso meno complesso di quel che potrebbe sembrare e che in qualche misura “perfeziona” un compito informale che oggi le farmacie svolgono indirizzando il bisogno e dando informazioni sui servizi di assistenza specialistica ambulatoriale. «Sono titolare di una farmacia in un paese della provincia di Bari, che è già ora il primo punto di riferimento dal punto di vista dell’utente». Quanto alle condizioni anche strutturali perché si superi l’offerta informale, «occorrerà mettere in rete le informazioni in modo che ciascuno – medico e farmacista – abbia accesso ai dati che gli possono servire».

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