Non profit

FERROVIE. Pendolare risarcito da Trenitalia

Un viaggiatore assistito dal Movimento Consumatori ottiene dal giudice di pace un'importante vittoria sulla società

di Redazione

Un pendolare della linea ferroviaria Bergamo – Milano, difeso dal Movimento Consumatori, è riuscito a far valere le proprie ragioni nei confronti di Trenitalia. Per MC è una sentenza giusta che si inserisce in una recente tendenza della giurisprudenza di merito a condannare Trenitalia per i disservizi che reca ogni giorno ai cittadini, nonostante le condizioni di trasporto prevedano delle esenzioni di responsabilità in capo all’azienda Ambrogio Giacometti, difeso da Piero Pacchioli, legale del Movimento Consumatori, è riuscito a far valere le proprie ragioni nei confronti di Trenitalia. Giacometti, stufo delle condizioni in cui era costretto a viaggiare in seconda classe, sempre in piedi su carrozze sovraffollate, decideva di acquistare un abbonamento di prima classe. Ma, in numerosissime occasioni, il pendolare, giunto in stazione, si rendeva conto che la carrozza di prima classe non era presente, e, successivamente a numerosi reclami, chiedeva invano a Trenitalia la restituzione della somma relativa alla differenza del costo dell’abbonamento tra la prima e la seconda classe. Dopo aver citato in giudizio Trenitalia, il Giudice di Pace condannava l’azienda alla restituzione della somma richiesta, nonché al pagamento delle spese legali. Positivi i commenti del Movimento Consumatori: secondo Monica Multari, responsabile del settore trasporti del MC, quella del Giudice di Pace di Treviglio “è un’importante sentenza che si inserisce in una recente tendenza della giurisprudenza di merito a condannare Trenitalia per i disservizi che reca ogni giorno ai cittadini, nonostante le condizioni di trasporto prevedano delle esenzioni di responsabilità in capo all’azienda. Peraltro – prosegue la Multari – il Giudice di Pace ha pronunciato secondo diritto, e non secondo equità, dichiarando vessatorie e dunque illegittime tali condizioni di trasporto, sostenendo una lettura costituzionalmente e comunitariamente orientata delle norme del Codice del Consumo.”

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