Non profit
Firma senza codice fiscale? È valida e funziona così
5 per mille/1 comunicazione sbagliata
di Redazione
Mi è capitato di ascoltare un servizio del Tg2 sul 5 per mille in cui veniva affermata una cosa che mi sembra sbagliata: cioè che la sola firma in una delle caselle del 5 per mille senza indicazione di codice fiscale non ha valore. E quindi quella cifra non viene distribuita. Sbaglio io o sbaglia il Tg2?
Loris Beccalossi, mail
Sbaglia il Tg2. Nell’intervista la portavoce dell’Agenzia esprime infatti il concetto che apponendo solo e soltanto la firma per destinare il 5 per mille la destinazione non va in porto. Non è così: se si appone solo la firma sulla dichiarazione nell’apposito riquadro, infatti, il 5 per mille finisce in una sorta di “contenitore separato” che viene poi ripartito fra i soggetti del settore proporzionalmente alle preferenze che i singoli enti hanno ottenuto.
Più in particolare il dm 23 aprile 2010, che regolamenta il 5 per mille anche per quest’anno, prevede che «fermo restando quanto previsto al comma 1 e all’art. 9, comma 4, ove il contribuente non abbia indicato alcun codice fiscale ai fini della destinazione diretta del 5 per mille ovvero abbia indicato un codice fiscale che risulti errato o riferibile ad un soggetto non inserito nei citati elenchi, le somme corrispondenti al complesso delle quote del 5 per mille destinate dai contribuenti, con la loro firma, ad una delle finalità di cui alle lettere a), b), c), ed e), del comma 1, dell’art. 1 sono ripartite, nell’ambito delle medesime finalità, in proporzione al numero complessivo delle destinazioni dirette, espresse mediante apposizione del codice fiscale, conseguite da ciascuno dei soggetti presenti negli elenchi». (cfr. dm 23 aprile 2010, art. 10, comma 2)
Facciamo un esempio. Complessivamente nel 2009 le firme generiche (cioè senza specificare il codice fiscale) sono state 3,3 milioni (su un totale di 15 milioni). Stiamo parlando di 81 milioni di euro sui 420 milioni complessivi del 5 per mille. Se per le onlus le firme senza indicazione di codice fiscale sono solo una su otto circa (8,8 milioni le scelte espresse, contro un milione di scelte generiche), nel caso della ricerca sanitaria, invece, le scelte generiche superano addirittura quelle espresse (1,3 milioni contro 1,1 milioni circa, pari a ben 30 milioni di euro, dati 2009). Le quote relative alle “scelte non espresse” verranno quindi suddivise proporzionalmente tra i soggetti dei relativi settori. In altri termini, quando il contribuente firma solo sotto ricerca sanitaria, il suo 5 per mille viene ripartito tra gli enti iscritti per la ricerca sanitaria. Questo evidenzia come anche la firma senza la specifica di codice fiscale, e quindi di una specifica realtà, sia già una scelta orientata ed esprima una volontà chiara del donatore. Tutt’al più questo dovrebbe spingere le organizzazioni di quel settore a un impegno più marcato per ridurre la quota di firme generiche, avvicinandosi quantomeno agli altri settori del 5 per mille. [Paola Mattei]
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