Transizione energetica

Firmato il decreto che potenzia le Comunità energetiche rinnovabili: ecco cosa cambia

Via libera al dm che estende la possibilità di accesso ai contributi anche ai comuni con una popolazione fino a 50mila abitanti. Per Simone Gamberini, presidente di Legacoop, con questo provvedimento «le Comunità energetiche rinnovabili hanno a disposizione un ulteriore strumento per svilupparsi ed ampliare il loro contributo alla transizione green». L'esperto Giorgio Nanni: «È un provvedimento che consente di dare più valore alla partecipazione ad una comunità energetica»

di Alessio Nisi

comunità

Un decreto ministeriale, quello firmato dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, che potenzia le Comunità energetiche rinnovabili – Cer, estendendo la possibilità di accesso ai contributi anche ai comuni con una popolazione fino a 50mila abitanti. Un potenziamento che si traduce non solo nell’allargamento della platea dei beneficiari ma anche nel rafforzamento del ruolo che le Cer hanno nella transizione energetica del nostro Paese.

Non solo. Il decreto ministeriale, che ora passa alle verifiche di competenza della Corte dei Conti, apre ad una maggiore flessibilità nei tempi di realizzazione e attivazione degli impianti e alla possibilità di richiedere un anticipo fino al 30% del contributo previsto, rimozione del fattore di riduzione in caso di cumulo con altri incentivi, anche per le persone fisiche.

Abbiamo lavorato per migliorare l’orientamento dello strumento di incentivazione, con l’obiettivo di facilitare e ampliare la platea dei beneficiari. Con questo intervento normativo rafforziamo un percorso iniziato oltre un anno fa, volto ad aumentare i benefici ambientali, economici e sociali per le famiglie italiane

Gilberto Pichetto Fratin – ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica

L’estensione della platea dei comuni beneficiari

Sul tema dell’estensione della platea degli impianti che possono essere realizzati e ricevere il beneficio (40% a fondo perduto) interviene Giorgio Nanni, funzionario energia ed ambiente di Legacoop.

«È una misura che era stata pensata per uno specifico taglio di comuni», il riferimento è agli enti locali con meno di 5mila abitanti, «e che è stata allargata, perché», spiega, «il numero di impianti realizzati a oggi non consentiva di raggiungere l’obiettivo di 2,2 miliardi di euro di investimento».

Le stesse risorse per più comuni. Da una parte c’era la criticità di «riuscire a portare queste misure nei territori periferici e ultraperiferici». Dall’altra, sottolinea Nanni, «queste risorse adesso vengono messe a disposizione molto più ampia», e fa notare che in Italia i comuni sopra i 50mila abitanti sono «meno di 140 degli oltre 8mila. È chiaro che moltissime associazioni e imprese potranno beneficiare di questa apertura».

Il quadro normativo

Il decreto in questione è conseguente, precisa Nanni, ad un altro decreto che ha prorogato al 30 novembre 2025 la scadenza per chiedere gli incentivi per questi impianti. «La scadenza per la richiesta dei comuni con meno di 5mila abitanti era fissata a marzo 2025.

Non solo quindi si allungano i tempi per fare la richiesta ma», fa notare Nanni, «contestualmente viene emanato questo decreto che amplia la platea dei comuni e diluisce i 2,2 miliardi di euro per la stragrande maggioranza dei comuni italiani».

La cumulabilità degli incentivi. Il secondo elemento del decreto che merita attenzione è la cumulabilità degli incentivi.

Di fatto, grazie a questo decreto, diventare socio di una Comunità energetica conviene perché permette di acquisire il diritto ad uno sconto, un beneficio che potrà essere utilizzato per l’autoconsumo o per la Cer stessa

Giorgio Nanni – funzionario energia ed ambiente di Legacoop

L’anticipo del contributo. Non da ultimo, Nanni fa il punto sulla possibilità di richiedere un anticipo fino al 30% del contributo (precedentemente era al 10%), un’innovazione che potrà favorire la partenza di progetti anche in fase iniziale, offrendo liquidità agli enti promotori e sulle semplificazioni per la realizzazione dell’impianto. «Elementi che introducono più flessibilità soprattutto nel quadro delle scadenze». È un provvedimento, sintetizza Nanni, «che consente di dare valore alla partecipazione ad una comunità energetica».

L’impatto positivo delle Comunità energetiche

Per Simone Gamberini, presidente di Legacoop, con questo provvedimento «le Comunità energetiche rinnovabili hanno a disposizione un ulteriore strumento per svilupparsi ed ampliare il loro contributo alla transizione green attraverso la produzione diffusa di energia da fonti rinnovabili».

Legacoop, aggiunge Gamberini, «ha da sempre creduto nelle Cer per il loro impatto positivo in termini di contributo alla lotta contro il cambiamento climatico e per i benefici economici che possono apportare agli utenti, sollecitando la partecipazione attiva dei cittadini al processo di transizione energetica e rafforzando i legami solidali delle comunità».

Per questo, aggiunge, «abbiamo dato vita al progetto Respira.coop, insieme a Coopfond e Banca Etica, per affiancare tutte le realtà interessate a costituire una Cer in forma cooperativa. Ad oggi abbiamo favorito la nascita di 46 nuove Cer. Di queste già 7 sono state riconosciute dal Gse e gestiscono configurazioni in 38 cabine primarie, ma puntiamo a raggiungere le 200 Cer nei prossimi mesi, anche sulla scorta delle misure inserite nel decreto».

L’obiettivo, dice ancora, «è a far crescere le comunità energetiche anche nelle aree più periferiche, convinti che i comuni sotto i 5mila abitanti siano una risorsa fondamentale per tenere insieme il Paese».

In apertura foto di Bill Mead per Unsplash

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