Non profit

Focus dolore cronico

di Redazione

Quando il dolore non è più solo un sintomo, ma la malattia stessa, quale è il suo costo sociale? A chi rivolgersi? Quali terapie scegliere? Per rispondere a queste e a tantissime altre domande, oltre che per dare voce agli oltre 15 milioni di italiani che ogni giorno sono costretti a convivere con il dolore inutile e che spesso si sentono soli e abbandonati nella lotta quotidiana contro il male, è nata l’associazione “Vivere senza dolore”, la prima a livello internazionale fondata da pazienti per pazienti affetti da dolore cronico.
La presentazione ufficiale a metà aprile a Milano è stata un’occasione per riflettere sul dolore, che può essere causato da numerose patologie e che va curato e controllato in modo da alleviarlo. «Il dolore non è mai incurabile e perciò non curarlo provoca sofferenza inutile. È diritto di ogni cittadino non provare dolore inutile», dichiara dal suo sito l’associazione. Presieduta da Alfonso Fusco, medico che, definendosi un «portatore di dolore», nella sua duplice veste di malato e medico ha auspicato per il neonato sodalizio – «nato dalla sinergia tra il malato e chi cura» – la necessità di allargare questa sinergia a istituzioni e ospedali. Tra gli intervenuti alla presentazione, Vittorio Iorno, anestesista e terapista del dolore, ha denunciato da un lato, la mancata assegnazione della cattedra di Fiosiopatologia del dolore alla facoltà di Medicina di Milano e, dall’altro, la difficoltà di informare i medici di base: «Il 99% dei pazienti che si presentano ai centri arrivano grazie dal passaparola». Anche per questo il sodalizio ha deciso di sfruttare i social network. Oltre al proprio sito, in fase di implementazione, dove è possibile raccogliere informazioni sul dolore cronico, la diagnosi, le recenti normative e le strutture deputate al trattamento (Centri di terapia del dolore), è attiva una pagina su Facebook mentre su YouTube sono disponibili interviste a medici e pazienti.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.