Filantropia

Fondazione Garrone alla prova della materialità

“Bilancio sociale 2024" per l'ente che ha recentemente festeggiato a Genova i suoi primi 20 anni di impegno. Fra educazione, giovani e la storica attenzione per le Aree interne, il racconto di un anno di lavoro anche nell'ascolto degli stakeholder. Alessandro Garrone: «Stiamo compiendo alcuni importanti passi, per proseguire il proprio cammino a favore dei giovani più fragili». Nel 2024, investiti 1,5 milioni di euro. Scarica il documento

di Giampaolo Cerri

Fra Appennino e scuole, fra giovani e Aree interne, la Fondazione Edoardo Garrone continua a scrivere le propria storia di impegno sociale e culturale. Lo spiega bene anche il Bilancio sociale 2024 che la realtà filantropica genovese, nata dalle famiglie Garrone e Mondini, ha appena reso noto. Un documento che arriva diritto sul ventennale della fondazione, celebratosi nel maggio scorso sotto la Lanterna e di cui VITA aveva scritto diffusamente.

L’impatto certificato

Non che la fondazione mancasse di dar conto del proprio impegno, anzi aveva commissionato alla Statale di Milano uno studio sull’impatto di Progetto Appennino, storica iniziativa-bandiera ma di certo il Bilancio sociale – oggi un obbligo per gli enti di Terzo settore iscritti al Runts con ricavi superiori a un milione –  è più aderente alla natura stessa di una realtà filantropica.

«Un documento», commentano in Fondazione «che rende conto dell’impegno quotidiano in favore delle giovani generazioni, della scuola e delle comunità delle aree interne. Una narrazione trasparente e partecipata dei risultati raggiunti e delle traiettorie future, costruita attorno ai valori che da sempre guidano l’azione della Fondazione: fiducia nei giovani, sviluppo dei talenti, cittadinanza attiva, coesione sociale e promozione delle arti e della cultura come leve di equità e innovazione sociale».

Giovani in scena nel progetto Lo spettacolo siamo noi

Un milione e mezzo fra Genova e l’Italia

Detto che, nel corso del 2024, Fondazione Edoardo Garrone ha destinato oltre 1,5 milioni di euro a progetti e attività, suddivisi tra area genovese (41,8%) e aree interne dell’Appennino (58,2%), soffermiamoci sulla metodologia: a Genova hanno infatti lavorato attraverso focus group dedicati e momenti di confronto strutturato con i suoi stakeholder, raccogliendo costantemente feedback, idee e suggerimenti, con l’obiettivo di migliorare continuamente le iniziative. Un approccio partecipativo che, assicurano dalla Fondazione, permette di affinare le attività, rispondere in modo sempre più efficace e innovativo a bisogni e sfide crescenti ma, allo stesso tempo, di cogliere e interpretare altrettante opportunità.

«Il dialogo continuo con chi, a vario titolo, incontriamo nel nostro percorso è una fonte importantissima di rinnovamento delle prospettive, contaminazione dei saperi, apertura di nuove traiettorie di benessere sociale», spiega a VITA Francesca Campora, direttore generale della Fondazione, nonché fresca di nomina come vicepresidente vicario dell’Associazione italiana delle fondazioni e degli enti filantropici – Assifero.

Il Bilancio Sociale 2024 peraltro è costruito anche sulla base di un’approfondita analisi di materialità, «svolta tramite tre focus group, sei interviste e un questionario, permettendo di individuare i contenuti più rilevanti, con l’obiettivo di rispondere ai bisogni informativi degli stakeholder». Tra i temi ritenuti più rilevanti: gli impegni e le progettualità future della Fondazione, l’impatto economico e lo sviluppo locale generato dalle attività e l’impatto sociale e culturale delle progettualità in corso.

«Per la nostra Fondazione», assicura Campora, «il Bilancio Sociale è molto più di un obbligo formale: è uno strumento di responsabilità, ascolto e orientamento. Attraverso questo documento condividiamo non solo numeri e attività, ma anche visioni, apprendimenti e nuove sfide. In un tempo di profonde transizioni, il nostro impegno per l’educazione, la cultura e lo sviluppo dei territori resta saldo e si rafforza».

Quanto alle aree di intervento, Campora spiega come la Fondazione creda «nei giovani e nella scuola come motore di cambiamento. Per questo investiamo sempre più risorse in percorsi educativi dedicati agli studenti e alle studentesse liguri, affiancando docenti e dirigenti con l’esperienza maturata in anni di lavoro», aggiungendo che «entrare in aula significa accompagnare le nuove generazioni nella loro crescita, aiutandole a diventare persone consapevoli, responsabili e capaci di costruire il futuro».

La carica dei 477

Nel 2023-2024, i programmi educativi della Fondazione hanno coinvolto 477 studentesse e studenti, distribuiti in 24 classi di scuole liguri. «Sono state erogate 524 ore di formazione, articolate in 206 giornate didattiche, con una proposta metodologica che affianca strumenti esperienziali, linguaggi creativi e laboratori multidisciplinari», con i progetti Lo Spettacolo Siamo Noi, «percorso teatrale che unisce educazione civica, arti performative e sviluppo personale, trasformando le classi in micro-compagnie teatrali impegnate nella scrittura e messa in scena di uno spettacolo originale», Tra le righe, «laboratorio di lettura e scrittura per potenziare competenze critiche, immaginazione e consapevolezza sociale» e AppenninoLAB, ossia «una proposta educativa che promuove la conoscenza e lo sviluppo sostenibile delle aree interne attraverso formazione, innovazione e collaborazione intergenerazionale».

Francesca Campora e Alessandro Garrone, dir. gen. e presidente della Fondazione Edoardo Garrone, durante l’evento del Ventennale, a Genova, nel maggio scorso

L’altro grande terminale dell’impegno della fondazione genovese è, com’è noto, Progetto Appennino, che punta a riattivare le aree interne attraverso l’imprenditoria giovanile, un’antica preoccupazione del fondatore Riccardo Garrone.

«Rappresenta un ambito di intervento strategico e distintivo della Fondazione. «Con Progetto Appennino, tramite i progetti imprenditoriali dei giovani, la montagna non è solo luogo da riabitare o risorsa da riattivare ma anche e soprattutto spazio e opportunità per la sperimentazione di nuovi paradigmi economici e relazionali», sottolinea Campora.

Un’iniziativa che è una buona pratica di innovazione sociale e di cooperazione filantropica: attraverso un modello replicabile e integrato di incubazione, accelerazione e networking per giovani imprese della montagna, Progetto Appennino ha infatti coinvolto numerosi territori da Nord a Sud Italia, grazie a una rete di partenariati pubblico-privati. «Le sue tre iniziative principali sono il campus ReStartApp, per giovani under 40 con idee d’impresa da realizzare in Appennino, e i percorsi di accelerazione Vitamine in Azienda e di creazione di reti Imprese in Rete, rivolti a rafforzare il tessuto economico locale esistente», ricordano a Genova. Al 2024 si contano 14 edizioni dei campus,160 giovani formati, 61 nuove imprese avviate, oltre 100 imprese supportate nei percorsi di rete e accelerazione.

Nel 2025, con l’ultima edizione in Molise, Progetto Appennino completa il suo primo ciclo quinquennale, confermando l’impegno della Fondazione per lo sviluppo sostenibile e partecipato dei territori montani.

Nuova formula per Progetto Appennino

«Stiamo già lavorando a una nuova formula di Progetto Appennino che sarà attiva a partire dal 2026», anticipa Campora, «e che, sulla base di tutti gli apprendimenti fatti dal team e dei riscontri da parte degli stakeholder. Per quanto riguarda l’area “scuola e formazione”, dati di scenario ed esperienze maturate “sul campo” ci stanno portando a rafforzare l’impegno a favore dei giovani, ampliando i numeri dei beneficiari. Sempre le evidenze scientifiche sulla valenza formativa e l’impatto sociale di adeguati stimoli estetici, culturali, emotivi e motori», prosegue il direttore generale, «ci stanno indirizzando verso attività dedicate alla fascia 0-6, sempre in ottica di contrasto alla povertà educativa e di sostegno alla genitorialità per i nuclei famigliari più fragili».

Alessandro Garrone: «Passi per proseguire il proprio cammino a favore di giovani e fragili»

Un lavoro che consente al presidente Alessandro Garrone, figlio del fondatore, terza generazioni di questa famiglia industriale, uno sguardo fiduciosamente di prospettiva:  «Fondazione Edoardo Garrone, sta compiendo alcuni importanti passi – incremento delle risorse, ampliamento degli interventi, avvicendamento generazionale nella Governance – per proseguire il proprio cammino a favore dei giovani più fragili e per partecipare in modo sempre più attivo e competente allo sviluppo del più ampio settore filantropico nazionale», racconta a VITA, «al momento, il 2025 non ci ha ancora portato dal mondo o da casa nostra i cambiamenti che in molti vorremmo, ma siamo partiti con un anno in più di esperienza, un’accresciuta consapevolezza di cosa bellezza e gentilezza siano in grado di generare e un inesauribile desiderio di fare».

Nulla di nuovo, tutto di nuovo

Nel complesso un’edizione di bilancio che non svela nulla di nuovo, rispetto a quanto non sapessimo già di questa realtà filantropica tra le più evolute d’Italia e che aveva appunto un’attitudine marcata a raccontarsi ma soprattutto a raccontare i propri progetti e i relativi protagonisti. Il documento permette però una interessante lettura di insieme di tutto l’impegno e ovviamente una visibilità sugli stakeholder e sulla restituzione del loro giudizio sulle attività di fondazione.

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