Non profit

Fondazioni, da orabnon per le sole onlus

Filantropia La norma del decreto anti crisi che toglie vincoli alle erogazioni

di Redazione

Un emendamento approvato alla Camera allarga la platea dei beneficiari dei fondi: non più solo onlus, ma tutti gli enti non profit con finalità sociali. Il plauso di Assifero P otrebbe essere complicato, quindi mettiamola così: d’ora in poi le onlus che raccolgono fondi per beneficenza potranno destinare i fondi a molti tipi di organizzazioni, e non solo alle onlus come loro. Non è chiaro? Mettiamola in quest’altro modo: le fondazioni onlus (che hanno fondi da distribuire) potranno scegliere se finanziare le organizzazioni di volontariato o le società sportive; le cooperative sociali o i circoli culturali; le associazioni di malati o le scuole private. Avranno insomma meno limiti, più opzioni, meno vincoli. Vedendola dal versante opposto, molte più organizzazioni non profit, anche non onlus, potranno aspirare a ricevere i finanziamenti delle fondazioni.

Fuori dall’incertezza
La svolta è dovuta a un emendamento inserito nel decreto anti crisi, che amplifica le attività compatibili con lo statuto di onlus, modificando la legge 460/97. La norma in particolare considera «beneficenza» anche le erogazioni in denaro fatte da onlus a favore di enti senza fini di lucro che realizzano progetti di utilità sociale in alcuni settori, stabiliti dall’articolo 10 della 460, ovvero assistenza sociale e socio-sanitaria, istruzione, formazione, sport dilettantistico, tutela del patrimonio artistico, promozione di cultura e arte, difesa dei diritti civili e ricerca scientifica.
A presentare l’emendamento, in commissione Finanze della Camera, è stata l’onorevole Elvira Savino del Pdl che, come nota anche Carlo Mazzini in questa pagina, aveva formulato il testo a favore delle fondazioni di comunità, ovvero quelle che promuovono la filantropia e la cultura della donazione attraverso l’intervento congiunto di una fondazione “madre” (di norma una di origine bancaria) e la sollecitazione alla donazione dei soggetti economici del territorio. Per capirci, la Fondazione di comunità di Bel Castello promuove il non profit attraverso bandi, sceglie il progetto dell’associazione Aiutiamoci e la stimola a cercare parte dei finanziamenti presso gli operatori economici a lei vicini (aziende). Nel testo votato alla Camera, la novità si applica invece a tutte le onlus. Ma è chiaro che sono proprio le fondazioni a beneficiare di più dell’allargamento della platea dei destinatari. Infatti esultano: «È una norma indispensabile», afferma Bernardino Casadei ( nella foto ), uomo di Fondazione Cariplo, dal 19 gennaio alla guida per un triennio di Assifero – Associazione italiana fondazioni ed enti di erogazione. «Quando venne emanata la 460, più di dieci anni fa, il governo non poteva prevedere la nascita e lo sviluppo degli enti di erogazione». «Poi le cose sono cambiate», continua, «ma è rimasta una pesante incertezza normativa: a quali soggetti dovevano donare le fondazioni per poter essere onlus? Solo alle onlus o no? E in quali settori? Nel tempo si sono succedute interpretazioni diverse, quindi un riordino era necessario».

Solidali a tutto campo
Il riordino per Casadei va anche nella direzione giusta, perché offre l’opportunità agli enti erogatori «di operare per l’utilità sociale a tutto campo, che è poi il nostro obiettivo. Per esempio, sarà finalmente possibile sostenere le realtà che operano nel settore dell’istruzione e della formazione». Quanto al rischio che si allarghi troppo la platea dei beneficiari, fino a comprendere enti “borderline” quali società sportive o circoli privati, il presidente di Assifero ha le idee chiare: «Le fondazioni di erogazione effettuano controlli sulla destinazione e l’utilizzo delle loro risorse superiori a quelli del fisco stesso», puntualizza, «per essere certe che i fondi siano utilizzati per fini sociali». Un ruolo di primo piano, quello delle fondazioni, anche a causa del particolare momento storico. «La speranza è che le fondazioni svolgano uno ruolo strategico nella creazione della tanto invocata welfare society», sintetizza Casadei, «impedendo la dispersione di energie e risorse. Basti un dato: secondo alcuni studi, nella sola Lombardia nei prossimi 10 anni i patrimoni delle famiglie che si estingueranno per mancanza di eredi diretti ammonterebbero a 20 miliardi di euro. Un fiume di risorse che, se si lavora bene, potranno essere utilizzate per il bene comune».

Le sfide di Assifero
Da qui la sfida che attende Assifero, che il prossimo 9 febbraio affronta l’assemblea nazionale dei soci attuali e potenziali per individuare le linee strategiche del triennio 2009/2011: «Vogliamo offrire assistenza qualificata per permettere a chiunque volesse di costituire una fondazione, e di farlo in tempi brevi, con costi ridotti se non nulli», conclude Casadei. «Un altro obiettivo in agenda è l’informatizzazione del mondo del filantropia istituzionale: il web 2.0 può offrire tante opportunità alle fondazioni, sia a livello di scambi che di gestione efficace, trasparente ed economica delle attività».

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