Non profit

Fotografie hi-tech contro i tumori

Nuove frontiere della ricerca annunciate oggi all’Ieo Day di Milano da Umberto Veronesi

di Redazione

 

 

Stanare un tumore che ancora non esiste, per bloccarlo addirittura prima che compaia, con un solo esame di un quarto d’ora. Una fotografia hi-tech “total body“, capace di individuare l’ombra del cancro in qualunque organo si nasconda. Umberto Veronesi pensa a «una scatola magica in grado di esplorare virtualmente in pochi minuti tutto il corpo». E per passare dalla diagnosi ultra-precoce alla medicina predittiva, «abbattendo la mortalità e migliorando la qualità della vita«, l’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, diretto dall’ex ministro della Sanità annuncia l’avvio di tre studi clinici ad hoc. Obiettivo: esplorare le nuove potenzialità di raggi X, ultrasuoni e risonanza magnetica. Con un sogno: «Un unico esame per tutta la popolazione, al quale sottoporsi una sola volta all’anno».

Alle nuove frontiere di “Anticipazione diagnostica e nuovi modelli di cura“ è stata dedicata l’edizione 2010 dell”Ieo Day’, promosso ogni anno dall’Irccs di via Ripamonti per fare il punto sui progetti in corso e futuri. “Quest’anno siamo a una svolta”, dice Veronesi. “Chirurgia, radioterapia e oncologia medica hanno vissuto enormi progressi, ma hanno quasi raggiunto il tetto massimo” al quale potevano arrivare, avverte. «Con queste armi», riflette lo scienziato, più avanti di così è difficile andare. «Rimane la ricerca di base, che procede con forza ma da sola non può risolvere il problema. Per questo occorre puntare sull’anticipazione diagnostica». In sintesi, «bisogna ribaltare il processo: la diagnosi non deve essere più condotta su persone già sintomatiche, ma bisogna cercare nei sani ipotetici focolai» di cancro. Il tutto nel rispetto delle esigenze di sostenibilità del Servizio sanitario nazionale, «iniziando a lavorare per prima cosa sulle fasce di popolazione più a rischio e contro i 4 tumori ‘big killer’ di seno, polmone, intestino e prostata».

Per centrare l’obiettivo e “fare goal“, gli esperti dell’Ieo lavoreranno in stretto contatto con «ingegneri e fisici da tutta Europa», spiega Massimo Bellomi, direttore di Radiodiagnostica in Istituto e a capo della task force a caccia della “scatola magica“. Strumenti di questo team multidisciplinare e internazionale saranno i raggi X (per individuare eventuali anomalie nella trama dei tessuti), gli ultrasuoni (per studiare l’architettura tissutale e “braccare“ le strutture non perfettamente rotonde), e soprattutto «la moderna risonanza magnetica, con le nuove apparecchiature che permettono di produrre immagini di tutto il corpo in 15-20 minuti. A questa tecnologia affiancheremo la cosiddetta analisi di diffusione, per riuscire a vedere l’affastellamento cellulare che può precedere il formarsi di una massa tumorale vera e propria», precisa Bellomi. In futuro, poi, lo specialista spera di utilizzare anche «il laser e le onde radio usate oggi negli aeroporti».

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