Welfare
fra 10 anniavremo tantecelle vuote
Che giustizia sarà/1. Le previsioni di Pisapia
di Redazione

Codice Rocco, addio. Non ha dubbi, Giuliano Pisapia, presidente della commissione per la Riforma del Codice penale: «Fra dieci anni avremo una legislazione penale in ogni caso migliore di quella attuale». Un ottimismo in un certo modo sorprendente. Dopo un anno e mezzo, infatti, i lavori della sua commissione, che ha elaborato un progetto di nuovo codice decisamente innovativo, paiono bloccati dall’instabilità della situazione politica: «Ben difficilmente in questa legislatura avremo un nuovo codice ma, rispetto al passato, si farà un importante passo avanti. Da gennaio, infatti, la commissione Giustizia del Senato comincerà a discutere del progetto di nuovo Codice penale», conferma.
Vita: Oggi no, domani sì. Come fa ad essere così ottimista?
Giuliano Pisapia: Al di là di chi governerà il Paese, sono convinto che avremo un codice migliore di quello attuale, anche perché il fallimento del Codice Rocco è davanti agli occhi di tutti. I tempi sono maturi perché finalmente si esca dalla logica per cui il carcere può essere l’unica sanzione penale: molti hanno ormai compreso che questa logica è stata fallimentare sotto ogni profilo. I dati ufficiali dimostrano che chi sconta la pena in carcere ha un tasso di recidiva molto superiore di chi viene ammesso a misure alternative alla detenzione. Fra dieci anni vi saranno diverse sanzioni che consentiranno di limitare la pena detentiva. E, in certi casi – ad esempio in presenza di condotte riparatorie e/o risarcitorie – di evitare anche l’esecuzione della pena. Il pentimento, inteso laicamente e cioè la consapevolezza dell’errore commesso, accompagnato da comportamenti che garantiscano, per quanto possibile, che non si ricadrà nell’illegalità, potrà portare anche a nuove cause di non punibilità. L’importante è, però, che non avvenga, come troppo spesso accade oggi, che si ignorino le vittime e che non si presti attenzione ai loro diritti e alle loro richieste di aiuto e di assistenza. Per dirla in breve, ci libereremo dall’idea per cui, in presenza di un illecito, sia sempre necessaria una pena. Vi sono, e sempre più vi saranno, casi in cui, in presenza di determinati presupposti, la pena sarà non solo inutile ma addirittura controproducente, non solo per il reo ma anche per l’intera collettività.
Vita: Ma avremo ancora l’ergastolo?
Pisapia: Su questo non sono affatto ottimista. Temo che sarà difficile vincere le resistenze di chi è contrario all’eliminazione dell’ergastolo. Basti pensare, del resto, che solo pochi mesi fa si è riusciti a cancellare dalla nostra Costituzione la pena di morte, che pure non era applicata da tempo. Proprio questa esperienza mi fa pensare, e sperare, che la pena perpertua non sarà cancellata dal nostro ordinamento ma che, di fatto, non sarà applicata.
Vita: Oggi però stiamo costruendo carceri che saranno pronte proprio intorno al 2018?
Pisapia: Vorrà dire che li trasformeremo in ospedali. Anche perché se fossero costruite secondo l’attuale regolamento penitenziario (altra legge non attuata), non saranno necessarie molte modifiche per riqualificarle.
Vita: Nei prossimi dieci anni crede che il parlamento voterà un nuovo provvedimento di clemenza?
Pisapia: Viste le reazione al recente indulto, credo proprio di no. Ma se vi sarà un nuovo Codice penale, un’amnistia, e perché no, un indulto saranno necessari anche perché l’intero sistema sanzionatorio sarà profondamente diverso dall’attuale.
Vita: Quanti detenuti ospiteranno le nostre carceri nel 2018?
Pisapia: Dovendo fare una proiezione, considerando l’aumento della popolazione, direi non più di 30mila. Le persone che sconteranno pene diverse dal carcere saranno invece più numerose delle attuali. Ma, ne sono convinto, se così sarà nel 2018, dieci anni dopo registreremo una grossa diminuzione dei reati con effetti positivi soprattutto per la sicurezza dei cittadini. Il largo ricorso alle pene non detentive determinerà infatti un crollo considerevole dei tassi di recidiva e quindi una significativa diminuzione dei reati.
Vita: A questo proposito, con quali nuove tipologie di reati avremo a che fare?
Pisapia: Personalmente sono per un diritto penale minimo, ma efficace. Soprattutto visti i risultati dell’attuale sistema penale. Se però diventasse realtà l’ipotesi di prevedere nuove cause di non punibilità, penserei al reato di “attentato alla felicità altrui”: un reato sovranazionale, senza sanzione. Del resto se i sogni non vi fossero, non si potrebbe neppure sperare che talvolta si possano realizzare.