Aspettando il Conclave

Francesco, il papa amato dagli street artist

Mentre si elegge il suo successore continuano a spuntare sui muri italiani le immagini di un pontefice tanto amato perché fuori dagli schemi. Da Maupal ad aleXandro Palombo

di Giuseppe Frangi

Il più recente è apparso sui muri della sede della Caritas ambrosiana: «Un regalo inaspettato e un riconoscimento per tutti i volontari e operatori che lavorano con i migranti vicini e lontani», lo ha definito il presidente dell’organizzazione Luciano Gualzetti.

Si tratta di un murales dedicato a papa Francesco e lasciato a sorpresa da un artista street writer non nuovo a questo tipo di imprese, aleXandro Palombo. È un Bergoglio vestito con saio francescano e con indosso anche un giubbotto di salvataggio: apre le braccia mostrando con sguardo sconsolato la sagoma del piccolo Alan Kurdi, il bambino siriano diventato simbolo globale della tragedia migratoria, morto sulle spiagge turche. «Un’icona urbana che eleva la compassione al rango di gesto sacro, Francesco si fa ponte tra l’umano e il sacro, protettore degli ultimi e testimone silenzioso del dolore del mondo», la definisce Gualzetti (al link seguente gli approfondimenti, ndr)

Il papa clochard

Non è la prima volta che aleXandro Palombo affronta la figura popolare e carismatica di Francesco. Tempo fa era stato protagonista di un’operazione virale rappresentando il papa in veste di clochard in vari punti di Milano: un papa questa volta in veste bianca, sdraiato sul suo letto di fortuna, con bicchierino per l’elemosina davanti. 

Francesco ha da subito incontrato la simpatia degli artisti di strada: non poteva essere altrimenti per un papa che aveva messo l’imperativo di aprire le porte e uscire dalle mura delle chiese. A Roma dall’inizio del pontificato si è assistito alle puntuali sorprese di Mauro Pallotta, in arte Maupal, autore dell’immagine forse più virale quella del “Super Pope”, Francesco nelle vesti di Superman.

Un’immagine che sintetizzava l’auspicio di tanti, di poter contare su un grande della terra capace di sistemare i pasticci combinati dagli altri potenti. Era un Superman molto umano con un po’ di pancia e gli occhiali da vista. Maupal era stato anche autore di un murales salito sugli altari della cronaca perché l’amministrazione comunale di Virginia Raggi l’aveva improvvidamente cancellato: era un Francesco, a sua volta graffitaro!, che giocava a tris con il simbolo della pace su un muro della Capitale, mentre una guardia svizzera gli copriva le spalle: evidentemente invano visto la decisione del Comune…

La più recente apparizione di Maupal è avvenuta nei giorni dei funerali di Francesco: si vede un papa dal viso corrucciato che scorre la lista dei presenti e di si chiede «ma questi chi li ha invitati?»

Nella foto di Ap Photo/LaPresse un altro graffito di aleXandro Palombo a Milano

Il papa in carrozzina

Ad Albano, alle porte di Roma, di fronte alla Cattedrale di San Pancrazio, Maupal aveva realizzato, in questo caso su commissione per la visita di Francesco, un enorme murale che raffigura il Papa intento a ripulire il cielo dallo smog, armato solo di una spatola da lavavetri e di una spugna. Ma l’immagine a cui l’artista è più legato è quella realizzato per l’ospedale pediatrico Bambin Gesù, l’ospedale del Papa. C’è un bambino in carrozzina che spinge il Papa, anche lui in carrozzina, e insieme lanciano una colomba, simbolo di pace. Aveva spiegato Maupal: «Francesco non aveva paura di mostrarsi umanamente fragile e credo che in questo modo abbia insegnato, anche a me, che anche nei momenti di maggiore vulnerabilità se non sei solo, se c’è qualcuno a prendersi cura di te, ritrovi la forza e la dignità».

Il papa migrante

Forse però il murales più commovente di Maupal è quello spuntato a Pescocanale, un paesino abruzzese: si vede un papa nella veste di migrante che cammina affaticato, appoggiandosi al bastone e con la solita borsa di lavoro nell’altra mano: ci sta guardando in tralice, con gli occhiali abbassati e ci sorride. Un bellissimo modo per ricordarlo…

Nella foto di apertura, de LaPresse, un altro murales “papale” di Palombo a Milano.

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