Non profit
Frattini, missione Africa
Ecco l'agenda del ministro per quanto riguarda la cooperazione internazionale
di Redazione

ll ministro degli Esteri Franco Frattini parte oggi per la sua prima missione nel continente africano. Dal 9 al 13 febbraio sarà in Angola, Nigeria, Sierra Leone e Senegal, Paesi dove da parecchi anni mancava un ministro degli Esteri italiano. Tra i temi che Frattini affronterà con i partner istituzionali dei quattro Paesi africani ci sono il prossimo G8 sotto presidenza italiana, la sicurezza globale e regionale, gli accordi commerciali e la presenza delle imprese italiane nei quattro Paesi visitati, e la cooperazione allo sviluppo.
Tra iniziative di cooperazione internazionale che il ministro degli Esteri discuterà in Africa, c’è la lotta al narcotraffico (Nigeria), le rimesse degli immigrati (Senegal) ad Abuja, la costruzione di infrastrutture e la cooperazione sanitaria (Sierra Leone).
Ad Abuja (Nigeria) Frattini incontrerà fra gli altri il Presidente della Commissione della Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Ecowas), Mohamed ibn Chambas. Nei mesi scorsi, è stato lo stesso Ecowas a denunciare l’Africa occidentale come «un crocevia del traffico di droga» proveniente dall’America latina e diretto in Europa. Tra il 2007 e il 2008 l’Italia ha donato circa 650.000 euro all’Ecowas per il fondo per le operazioni di peacekeeping, per promuovere attività di contrasto alla proliferazione di armi leggere e per sostenere la conferenza ministeriale dello scorso ottobre sulla lotta al narcotraffico.
In Sierra Leone, dopo 11 anni di guerra civile conclusasi nel 2002, l’Italia ha concentrato il proprio appoggio al settore sanitario e delle infrastrutture. Frattini visiterà una diga, in fase di completamento, costruita da un gruppo di imprese italiane, con in testa Salini Costruttori e inaugurerà a Makeni il Centro per la chirurgia ricostruttiva di amputazioni e gravi deformità post traumatiche degli arti, progetto della Fondazione don Gnocchi finanziato dalla Cooperazione italiana e dove è coinvolto anche il professor Lanzetta. Qui si eseguiranno interventi di microchirurgia ricostruttiva e di riabilitazione soprattutto a quanti sono rimasti vittime di amputazioni o mutilazioni degli arti superiori durante la guerra.
Ultima tappa del viaggio sarà il Senegal, da dove proviene la più grande comunità di africani presente in Italia. A Dakar Frattini lancerà con i colleghi senegalesi dei ministeri per Famiglia, per i Senegalesi all’Estero e per le Piccole e Medie Imprese, la Piattaforma di Appoggio al Settore Privato (Plasepri), uno strumento per incentivare l’occupazione nella aree di forte emigrazione e stimolare un una maggiore partecipazione del settore privato allo sviluppo del Paese. Tra gli obiettivi c’è la sperimentazione di un progetto di “co-sviluppo”, che veda coinvolta la comunità senegalese immigrata in Italia in attività di sviluppo nelle zone di origine. Un programma che prevede un finanziamento a credito di aiuto del governo italiano al governo senegalese di 20 milioni di euro, oltre a un finanziamento a dono di 3,7 milioni.
Secondo il Viminale sono 46.696 i senegalesi regolari in Italia e le rimesse inviate ogni anno in Senegal tramite banche raggiungono i 550 milioni di euro, rappresentando circa l’8% del Pil nazionale. Se a queste si aggiungono le rimesse trasmesse per altri canali si arriva alla cifra di 760 milioni di euro. Una cifra che supera l’apporto dell’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) italiano.
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