Mondo
Frattini: «Terrorismo indebolito ma non finito»
Secondo il ministro degli esteri italiano, le autorità di intelligence stanno valutando legami ed impatto con eventuali cellule collegate ad Osama Bin Laden che operano in Europa
di Redazione
Con l’uccisione di Osama Bin Laden «certamente non possiamo illuderci che il terrorismo internazionale sia finito», ma «questo indebolisce certamente la coesione delle forze terroriste nel mondo». Lo dice il ministro degli Esteri Franco Frattini, intervistato da Maurizio Belpietro a ‘La telefonatà su Canale 5.
«Questo risultato straordinario -dice Frattini- è un risultato del bene contro il male. Noi avevano inseguito e perseguito Osama Bin Laden per dieci anni senza trovarlo e questo sforzo delle forze speciali americane, con i servizi antiterrorismo del Pakistan ha fatto venir meno quello che le reti internazionali del terrorismo consideravano un simbolo per la loro azione. Quindi evidentemente il risultato è il venir meno di un legame, di un riferimento simbolico che i terroristi avevano mitizzato, era il mito del male assoluto a nostro avviso ma per loro era un riferimento importante. Questo indebolisce certamente la coesione delle forze terroriste nel mondo.» Questo ovviamente non significa che si debba abbassare la guardia, ci sono purtroppo tanti altri capi terroristi che sono pronti a proporsi come il successore ideale o concreto di Osama Bin laden, io mi auguro che ad esempio tra questi aspiranti capi terroristi inizi una lotta di successione che porti all’eliminazione l’uno con l’altro. Non è uno scenario molto probabile, ma è uno scenario possibile. Certamente verrà meno quel filo di unità che avevamo visto tante volte nei macabri messaggi video o audio che erano proprio intestati ad Osama Bin Laden e ciò per i terroristi bastava, adesso ovviamente non basterà più e questo è un bene importante per noi».
«Il Mullah Omar -prosegue il ministro degli Esteri- è certamente un obiettivo che mai è venuto meno, è sempre stato un obiettivo della coalizione internazionale che combatte il terrorismo, anche di lui ovviamente bisogna trovare, come in questo caso per Osama Bin Laden, il luogo segreto anzi segretissimo dove si rifugia. Io credo che quando questa breccia si apre può esserci forse anche una maggiore collaborazione dal terreno, che possa aiutare piano piano ad avvicinarci all’obiettivo. Tutti sapevano che la zona dove è stato ucciso Bin Laden era una zona off limits, nessuno diceva perchè, ma molti sul terreno sapevano perchè. Perchè quella era l’area dove il capo terrorista si rifugiava, gli americani sono stati bravi, anzi bravissimi ad arrivarci». Frattini sottolinea poi il «grande segnale politico dato dal Pakistan, è evidente che nell’ambito del territorio pachistano vi sono molte forze che sul terreno supportano i gruppi terroristici. Il fatto che il governo con i suoi potenti Servizi segreti abbia aiutato questa operazione, ridà credito sulla scena della lotta al terrorismo al Pakistan». Quanto ai rischi dei eventuali recrudescenze del terrorismo, il titolare della Farnesina ritiene che ci sia non un allarme ma una vigilanza molto forte. Tutte le autorità di intelligence, comprese quelle del nostro Paese stanno proprio in queste ore, direi in questi minuti, valutando legami ed impatto con eventuali cellule collegate ad Osama Bin Laden che operano in Europa, valutare questo impatto è assolutamente fondamentale«Il Mullah Omar -prosegue il ministro degli Esteri- è certamente un obiettivo che mai è venuto meno, è sempre stato un obiettivo della coalizione internazionale che combatte il terrorismo, anche di lui ovviamente bisogna trovare, come in questo caso per Osama Bin Laden, il luogo segreto anzi segretissimo dove si rifugia. Io credo che quando questa breccia si apre può esserci forse anche una maggiore collaborazione dal terreno, che possa aiutare piano piano ad avvicinarci all’obiettivo. Tutti sapevano che la zona dove è stato ucciso Bin Laden era una zona off limits, nessuno diceva perchè, ma molti sul terreno sapevano perchè. Perchè quella era l’area dove il capo terrorista si rifugiava, gli americani sono stati bravi, anzi bravissimi ad arrivarci». Frattini sottolinea poi il «grande segnale politico dato dal Pakistan, è evidente che nell’ambito del territorio pachistano vi sono molte forze che sul terreno supportano i gruppi terroristici. Il fatto che il governo con i suoi potenti Servizi segreti abbia aiutato questa operazione, ridà credito sulla scena della lotta al terrorismo al Pakistan». Quanto ai rischi dei eventuali recrudescenze del terrorismo, il titolare della Farnesina ritiene che ci sia non un allarme ma una vigilanza molto forte. Tutte le autorità di intelligence, comprese quelle del nostro Paese stanno proprio in queste ore, direi in questi minuti, valutando legami ed impatto con eventuali cellule collegate ad Osama Bin Laden che operano in Europa, valutare questo impatto è assolutamente fondamentale«Il Mullah Omar -prosegue il ministro degli Esteri- è certamente un obiettivo che mai è venuto meno, è sempre stato un obiettivo della coalizione internazionale che combatte il terrorismo, anche di lui ovviamente bisogna trovare, come in questo caso per Osama Bin Laden, il luogo segreto anzi segretissimo dove si rifugia. Io credo che quando questa breccia si apre può esserci forse anche una maggiore collaborazione dal terreno, che possa aiutare piano piano ad avvicinarci all’obiettivo. Tutti sapevano che la zona dove è stato ucciso Bin Laden era una zona off limits, nessuno diceva perchè, ma molti sul terreno sapevano perchè. Perchè quella era l’area dove il capo terrorista si rifugiava, gli americani sono stati bravi, anzi bravissimi ad arrivarci». Frattini sottolinea poi il «grande segnale politico dato dal Pakistan, è evidente che nell’ambito del territorio pachistano vi sono molte forze che sul terreno supportano i gruppi terroristici. Il fatto che il governo con i suoi potenti Servizi segreti abbia aiutato questa operazione, ridà credito sulla scena della lotta al terrorismo al Pakistan». Quanto ai rischi dei eventuali recrudescenze del terrorismo, il titolare della Farnesina ritiene che ci sia non un allarme ma una vigilanza molto forte. Tutte le autorità di intelligence, comprese quelle del nostro Paese stanno proprio in queste ore, direi in questi minuti, valutando legami ed impatto con eventuali cellule collegate ad Osama Bin Laden che operano in Europa, valutare questo impatto è assolutamente fondamentale».
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