Cultura

Fronte del Welfare .

Nasce una coalizione per rilanciare le riforme.( di Ettore Colombo e Francesco Agresti).

di Redazione

L?idea è del segretario della Cisl,Savino Pezzotta e se non avesse trovato le solite diffidenze da parte della Cgil sarebbe già cosa fatta. Perché
molti degli interlocutori cui Pezzotta si è rivolto ci stanno.Associazionismo, cooperazione sociale, terzo settore e imprenditoria cooperativa in testa. Lanciata a un convegno del Cnel che ricordava la figura dell?economista ucciso dalle Br, Ezio Tarantelli (inventore della prima concertazione tra le parti sociali e storico amico e pensatore cislino), la proposta di una ?grande coalizione sociale? tra sindacati, imprese e forze sociali comincia a prendere quota. E vive la sua prima prova d?appello a Padova in occasione di Civitas: presenti Epifani, Pezzotta, Adriano Musi per la Uil, il presidente dell?Anci e i portavoce del Forum. Insomma uno schieramento completo. Quattro le emergenze da affrontare subito per Pezzotta: Mezzogiorno, crisi dell?industria, declino demografico (cioè nuovo welfare) e difesa del reddito. Un?agenda ambiziosa, pensando al progressivo peggioramento delle relazioni tra le parti sociali di questi anni (fine della concertazione, meccanici e statali in lotta per contratti aperti da mesi contro gli industriali e contro il governo) ma anche la necessità di fare i conti “con la situazione politica che c?è”, incalza Pezzotta. Guglielmo Epifani, a nome della Cgil, si limita per ora a chiedere “una politica economica diversa”, che punti sulla qualità.Con o senza il governo attuale, c?è già chi il dialogo sociale fatto a partire dal sociale l?ha cominciato da tempo. Le Acli, per dire. Al convegno per lanciare l?Agenda
per il lavoro, il presidente Luigi Bobba ne ha parlato esplicitamente: “Nel sindacato, nell?impresa, nell?ambito delle associazioni e del non profit c?è una forte consapevolezza del declino che il Paese sta vivendo. Nella politica no. Ecco perché le forze sociali devono assumersi maggiori responsabilità nel determinare le scelte del Paese”. Anche al terzo settore Bobba chiede uno scatto: “Non devono più sentirsi pezzi di un dialogo che non c?è o lesinarlo ma diventare interlocutori forti nel sociale e con le istituzioni”.
Ma non è stato certo solo, il non profit, nello sposare la proposta di Pezzotta. Il presidente di Confcooperative, Luigi Marino, ne ha parlato nella conferenza annuale della sua organizzazione. L?urgenza sta nel rilanciare il sistema competitivo, questo il succo del suo ragionamento, grazie a un?unità vera dalle parti sociali e a prescindere da quanto fa (o non fa) di buono il governo. A partire dall?appello alle altre centrali cooperative per presentarsi uniti tra loro e con i sindacati alle trattative, passando per il riconoscimento dei diritti del socio lavoratore nella riforma del diritto societario e finendo per un rapporto sempre più stringente con il terzo settore su lavoro e formazione. Marino, però, ha anche usato parole nette verso la politica: “Chiediamo a tutti, governo e opposizione, di affrontare e condividere i problemi, senza inutili vittimismi.” “Avvertiamo la responsabilità di dover promuovere iniziative in grado di contrastare il declino economico e sociale
del nostro Paese con la consapevolezza che ognuno dovrà essere disposto a fare concessioni”, gli fa eco un?altra voce importante del mondo della cooperazione, Costanza Fanelli, presidente di Ancst Legacoop. Franco Pasquali, segretario generale di Coldiretti, è un altro dei possibili soggetti dell?alleanza: movimento cooperativo, terzo settore, ambientalisti, imprenditoria agricola hanno fortemente voluto la legge sulla tracciabilità dei prodotti alimentari, spiega. Un made in Italy vincente.
Identico il lavoro fatto con i sindacati sui prodotti ?ogm free?, dove qualità e sviluppo sono indispensabili. “Il tema del ruolo delle forze sociali è importante, in un momento come questo”, dice, “a prescindere che i governi lo condividano o meno. Dobbiamo puntare a un modello che direi di ?concertazione progettuale? come sbocco di questa grande alleanza sociale, partendo sia dai territori che dalla dimensione sovranazionale”. Ma Pasquali chiede che anche le forze sociali ?rendano conto? dei loro progetti e delle loro intenzioni e parla di ?onorabilità associativa?:”Serve etica anche da parte nostra per far risaltare gli impegni e ottenere risultati:patti con i consumatori che esaltino diritti e doveri dell?impresa cooperativa e di chi vi si associa o di chi ne usufruisce”.Sfida che il Forum del terzo settore, per quanto riguarda il non profit, ha cercato
di raccogliere da tempo: obiettivo, far parlare questo vasto arcipelago con
una voce sola. Le basi per un?alleanza ormai organica con i sindacati (ma presto anche con gli enti locali) il Forum le ha gettate da tempo e ora ne raccoglie i frutti: “Sviluppo e coesione sociale devono stare assieme”, dice il portavoce Edoardo Patriarca, “ecco perché l?alleanza per il welfare non può prescindere dagli spazi pubblici, che vanno allargati, come dalle
imprese sia profit che d?imprenditoria sociale.” “Ci vuole un percorso strategico che porti ad avere delle piattaforme condivise altrimenti la frammentazione associativa rischia di compromettere ogni risultato”,raccomanda un osservatore attento comeMaurizio Catino, docente di Sociologia dell?organizzazione all?università di Milano – Bicocca. “Bisogna passare da una visione residuale e redistributiva del welfare”, spiega, “a una che metta insieme la competitività da un lato e la coesione sociale dall?altro: il welfare non può essere solo il luogo della distribuzione delle risorse, ma è indispensabile che emerga anche il suo apporto alla competitività del Paese”. Un altro esperto, Maurizio Ferrera, professore di Politiche sociali e del lavoro all?università Statale di Milano spiega che “la vera sfida è quella di individuare delle ricette istituzionali in cui ciascuno possa trovare soddisfatta almeno una parte della propria agenda”. Intanto, Cgm, il maggiore consorzio italiano di cooperative sociali ha annunciato un nuovo marchio, Welfare Italia. Bel nome,volendo, per una grande alleanza di forze sociali.

La lettera di Capaldo inviata alla convention di Cgm
E ora priorità all’impresa sociale
..In questi anni ho potuto apprezzare il vostro lavoro e lo spirito che lo anima. Ho seguito con ammirazione il vostro percorso fatto di impegno instancabile fino al sacrificio, di apertura coraggiosa all?innovazione sociale, di tensione continua nella ricerca di sempre nuove forme di collaborazione e solidarietà tra gli uomini, e poi, fatto di coerenza, di tanta coerenza. Al di là dalle frequenti e a volte stucchevoli disquisizioni tra
etica ed economia, voi dimostrate quotidianamente come si armonizzano
l?etica e l?economia, voi dimostrate che cosa significa ?economia al servizio dell?uomo?, che cosa significa ?centralità della persona?. Voi sperimentate di continuo nuovi modelli organizzativi della produzione e dunque nuovi modelli di impresa; e in questo senso quel che voi fate dimostra meglio di tante parole che cos?è ciò che si è soliti chiamare ?responsabilità sociale dell?impresa?. Anche nella mia riflessione teorica da tempo sostengo che va diffusa una cultura aziendale che abbia alla propria radice non, riduttivamente, la pur essenziale nozione di profitto, ma la consapevolezza che l?azienda è strumento universale per produrre
su basi sistematiche e organizzate beni e servizi di qualunque tipo, anche quelli con forti connotazioni etico-sociali; e che – in quanto tale – essa per un verso soggiace a poche semplici, ma inderogabili, regole economiche e, per altro verso, è organismo dotato di grande duttilità in ordine alla scelta dei modidi combinare gli agenti della produzione, di ordinare i rapporti sociali tra gli uomini e soddisfarne i relativi bisogni. Il vostro lavoro è duro, è difficile e impone rinunce a voi e alle vostre famiglie. Ed è tanto più duro in quanto a volte provate un senso di solitudine, sentite lontane le istituzioni. Ebbene io vorrei esortarvi a non cedere, perché siete sulla strada giusta perché fate cose straordinariamente utili, perché ridate fiducia e dignità a tante persone, sono convinto che prima o poi la Politica vi ?scoprirà?, si renderà conto di quello che fate e vi renderà giustizia, vi darà una mano, vi spianerà la strada anche sgombrandola dai tanti piccoli ostacoli che rendono inutilmente penoso il vostro cammino. Giace in parlamento un disegno di legge-delega sull?impresa
sociale. Secondo me si potrebbe fare di più e meglio, ma questo disegno è già qualcosa, va nella dimensione giusta. E allora auguriamoci che venga approvato senza indugi. Non illudetevi però! Il vostro lavoro potrà diventare più sereno, meno angoscioso,ma resterà sempre un lavoro duro, molto duro. E resterà duro perché tale voi lo volete, perché voi non cercate il ?Quieto vivere?, voi cercate sempre nuove frontiere, voi cercate l?uomo che ha bisogno: e questo lo troverete sempre, ne troverete sempre tanti.
di Pellegrino Capaldo

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