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Fulvio Pepe vince il Premio E.M. Salerno

La novità dell'assegnazione di quest'anno è la location: il Teatro del Carcere di Rebibbia

di Redazione

È Fulvio Pepe, con il testo “Gyula”, il vincitore della XV° edizione del Premio Enrico Maria Salerno per la Drammaturgia, premio che si è ormai consolidato come una delle manifestazioni di maggior prestigio a sostegno della drammaturgia. Nel corso di quindici anni il Premio ha reso omaggio alla fama di autori come Mario Luzi, Goliarda Sapienza, Altan, ed ha accompagnato il successo della generazione di Edoardo Erba, Hristo Boytchev, Maurizio Donadoni, Gianni Clementi e tanti altri nuovi autori di talento. Quest’anno porta alla ribalta nomi di prestigio della drammaturgia: Ugo Chiti e Massimo Salvianti, con la Produzione Arca Azzura Teatro.

La novità di quest’anno è consistita nella scelta dello spazio teatrale che ha ospitato, ieri, la manifestazione: il Teatro del Carcere di Rebibbia. Da quasi dieci anni il Centro Studi Enrico Maria Salerno ha sviluppato importanti progetti culturali  all’interno del penitenziario romano, realizzando spettacoli di grande successo con le Compagnie di detenuti-attori e dando vita a un vero e proprio Cartellone che ha ospitato nelle ultime Stagioni quasi ventimila spettatori. Con il sostegno della Regione Lazio, del ministero per i Beni e le Attività Culturali, del ministero della Giustizia, questa struttura è divenuta centro di produzione teatrale permanente, aperto al territorio, straordinario punto di incontro fra mondi lontani: il teatro si offre come mediazione fra il dolore del disagio e della pena e la speranza rappresentata dalla cultura e dall’arte.  

Il Teatro di Rebibbia dunque la sede più adatta a ospitare il Premio Salerno che dalla fondazione, persegue lo scopo di valorizzare il teatro civile, sostenere la drammaturgia contemporanea e quel “teatro di idee” e di analisi sociale che ha costituito l’ossatura della tradizione nazionale e deve progettarne il futuro.

Il vincitore è stato scelto tra una rosa di 150 testi pervenuti, e la giuria ha individuato sette Autori finalisti: Sibilla Barbieri, Marcello Isidori,Bruno Enrico Longhini, Francesco Mistretta, Pierpaolo Palladino, Fulvio Pepe, Francesca Sangalli. La Giuria è stata composta da (Laura Andreini Salerno, Maurizio Barletta, Benedetta Buccellato, Fabio Cavalli, Massimo Mascini, Giovanna Marinelli, Luciano Meldolesi, Giorgio Patrizi, Carlo Maria Pensa, Andrea Porcheddu, Aggeo Savioli).

Dopo la proclamazione del vincitore è andato in scena il testo vincitore della scorsa Edizione: Agosto ’44: la notte dei ponti, di Ugo Chiti e Massimo Salvianti, per la regia dello stesso Chiti.

Ecco le motivazioni del premio:

Gyula è quasi un racconto di favola. In un paese lontano vive un ragazzo affetto dalla sindrome di Down, amorevomente cresciutoe protetto da mamma Rosa. Il vicinato è raccolto intorno a poche strade, un piccolo bar, una vecchia cava di pietra. I nomi dei personaggi rimandano ad una provincia dell’est Europa: Herda e Banda, i cavatori, Laci il capo cantiere, Karez il tranviere, Bela il barista, Vizty l’ubriacona, il povero Maestro Jani, violinista con l’artrite alle mani e sua moglie Marika, infine il mitico governatore della provincia, da cui dipende buona parte dei destini della comunità… Con questi elementi Fulvio Pepe, mette in scena le piccolissime avventure della vita quotidiana: speranze, timori, gioie, persino l’amore. Tutto in scala ridotta, più piccola del reale. Quasi un plastico giocattolo della scena della vita.

La bravura dell’autore sta nel fatto che questa favola minima riesca a rivelarci un intero universo: psicologie, rapporti, destini intrecciati, che rappresentano un frammento compiuto di umanità. Attraverso la leggerezza della favola, Pepe riesce sul serio a parlare alla mente e al cuore di chi legge, lo attendiamo ora alla prova del palcoscenico.