Non profit
Fund raiser
Due nuovi vocaboli irrompono nel vocabolario del 2005: fund raiser ed equosolidale. Segno che anche noi siamo cambiati. In meglio, per fortuna.
di Alter Ego
Rivoluzione linguistica. L?edizione 2005 del vocabolario Zingarelli inserisce due nuovi vocaboli: equosolidale e fund raiser.
Il fatto ovviamente non è stato commentato a sufficienza da alcun giornalone della stampa nazionale che pealtro non si perdono un amante della Falchi, le ultime misure della Anderson e l?ennesimo orologio di quel furbetto di Ricucci.
L?accesso al vocabolario infatti, quello che le zie regalano per tradizione secolare ai bambini precoci per la prima Comunione o a quelli normali per la Cresima è un segnale preciso di un cambiamento in meglio della società.
Una società che ormai ha accettato, e quindi legato il concetto di solidarietà a quello di uguaglianza e l?idea di economia, non solo alla ricerca del profitto per il profitto, ma anche al profitto per il non profitto. O meglio per un altro profitto.
Lo Zingarelli lo attesta. Oggi nessuno sarà più autorizzato a pensare che si possa essere uguali senza essere solidali, e che il miglioramento economico possa avvenire senza condivisione di quel benessere che non passa per i soldi, ma per la condivisione di una sensazione, di un esserci insieme.
Quindi senza ricerca di fondi, di qualunque tipo siano, per l?innalzamento della coscienza civile e soggettiva.
Fund raiser equosolidale. Dopo gli anni del cuccare, del felliniano, di tangentopoli e del feltrismo, è quasi una rinascita.
Ci voleva.
Proprio ci voleva.
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