Mondo

G8. Oxfam-Ucodep: dai leader giochi contabili

I grandi della Terra partono oggi lasciando tante questioni aperte nell’agenda

di Redazione

Il verdetto
“Obama dice ‘yes we can’, il G8 risponde ‘no, non vogliamo’. Se si esclude il nuovo impegno contro la fame, i cui dettagli rimangono ancora incerti, il vertice che si chiude oggi non ha fatto nulla per l’Africa, mentre il clima peggiora e il mondo brucia ancora. Nella Roma antica, il popolo riceveva panem et circenses. Questo G8 è stato per lo più un circo”, dichiara Francesco Petrelli, presidente di Ucodep. I leader del G8 – denunciano Oxfam e Ucodep – partono oggi lasciando tante questioni aperte nell’agenda: 80 milioni di bambini non possono andare a scuola, altre decine di milioni muoiono per malattie curabili. La presidenza canadese deve muoversi velocemente per porre rimedio.
 
Fame

Oxfam International e Ucodep accolgono con favore la dichiarazione congiunta che impegna i leader a concentrarsi sulla fame e sui bisogni dei piccoli agricoltori. In uno dei pochi esiti positivi del vertice, la dichiarazione prevede 20 miliardi di dollari nei prossimi tre anni per lo sviluppo dell’agricoltura, una cifra più alta di quanto previsto anche se rappresenta in gran parte fondi già promessi. E’ ora indispensabile che questi fondi non rimangano sulla carta e siano investiti in modo efficace per lottare contro la fame. Il G8 e gli altri leader hanno cominciato a comprendere cosa serve per aiutare l’agricoltura. Molti dei fondi sono riciclati, mentre le nuove risorse non sono sufficienti a eliminare la fame. Con un miliardo di persone affamate, c’è ancora bisogno di più fondi.

L’impatto della crisi sull’Africa
“Solo quest’anno la crisi economica costa all’Africa 245 miliardi di dollari (175,1 miliardi di euro). Si può parlare di stato d’emergenza. Ma nelle dichiarazioni del G8 non c’è traccia del piano di emergenza per reperire i 25 miliardi di dollari (17,8 miliardi di euro) in più promessi dal G8”, dichiara Farida Bena. “La discussione sull’Africa è stata relegata a una sessione simbolica. Come possiamo prendere sul serio il G8 quando tutto ciò che offre all’Africa sono promesse non mantenute e foto di gruppo?”

Clima
Il G8 del 2010 in Canada è una delle ultime spiagge per questo vertice: i grandi devono mantenere quanto hanno promesso. Hanno 12 mesi scarsi per evitare di essere ricordati come quelli che hanno lasciato morire i poveri e il pianeta. “Con un limite massimo di due gradi al riscaldamento globale, il G8 ha raggiunto un buon accordo per evitare che l’acqua raggiunga il soffitto. Ma non hanno fatto nulla per l’acqua che già arriva alla gola di milioni di persone”, avverte Farida Bena. “Il G8 deve agire ora per contrastare il cambiamento climatico. I paesi industrializzati devono limitare le emissioni, riducendole di almeno il 40% rispetto al 1990 entro il 2020. E’ inoltre necessario reperire più di 150 miliardi l’anno di dollari (107,2 miliardi di euro) per i paesi in via di sviluppo, perché si adattino agli effetti del clima e riducano le emissioni. Per l’Italia, in particolare, l’economia verde rappresenta una grande opportunità di crescita durevole e di creazione di centinaia di migliaia di posti di lavoro”.

Italia
“Accorgersi che si è sbagliato strada non equivale a fare inversione di marcia: occorre che il G8 cambi rotta e finanzi, con aiuto pubblico allo sviluppo di qualità, salute, acqua, istruzione per tutti”, dichiara Farida Bena. “L’Italia, in particolare, non è stata capace di andare oltre il vago impegno di saldare il debito al Fondo Globale entro l’anno. Ci aspettiamo che nella prossima Finanziaria l’Italia dia vita a un piano di rientro per destinare lo 0,51% del Pil in aiuto pubblico allo sviluppo entro il 2010 e lo 0,7% entro il 2015. Per questi obiettivi si è impegnata in sede europea, G8 e ONU.

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