Medio Oriente

Gaza City, il genocidio davanti ai nostri occhi

Iniziata l'invasione di terra dell’esercito israelino a Gaza City. Decine e decine di morti in in una sola notte. Oltre 300mila le persone sfollate e centinaia di migliaia quelle che sono rimaste bloccate in città. La Commissione Onu: «È genocidio». Naama Barak, attivista di Women Wage Peace: «Come cittadini di Israele dobbiamo fare tutto il possibile per fermare l'invasione». Alon-Lee Green, tra i fondatori del movimento Standing Together: «Tutto quello che il governo israeliano sa fare è mandare piloti e soldati a bombardare, uccidere e commettere un genocidio. Quando diremo basta?»

di Anna Spena

La scorsa notte l’esercito israeliano ha iniziato l’invasione di terra di Gaza City. Al momento fonti israeliane sostengono che l’Idf controlli circa il 40% della città. Il bilancio provvisorio è di 62 morti, che si aggiungono alle 65mila vittime dal 7 ottobre 2023 in tutta la Striscia di Gaza. Una stima al ribasso, il numero reale potrebbe essere molto più alto.

In soli 20 minuti sarebbero stati, secondo fonti locali, almeno 40 gli attacchi aerei registrati la scorsa notte. L’esercito ha spinto i civili a lasciare la città per spostarsi ancora verso il Sud della Striscia. Ma a Gaza non esiste nessuna zona umanitaria sicura. Si stima che oltre 300mila palestinesi abbiano già lasciato Gaza City: l’ennesimo sfollamento forzato. Ma sono ancora migliaia le persone bloccate, la maggior parte non è riuscita a fuggire: sono completamente intrappolati in una situazione apocalittica. Rosalie Bollen, dell’Unicef, parla addirittura di più di 800mila persone, tra cui 450mila bambini. Israele continua a giustificare il suo attacco affermando che Gaza City è una delle ultime roccaforti di Hamas rimaste.

L’ufficio del ministro della difesa israeliana Israel Katz ha dichiarato: «Gaza sta bruciando. L’Idf sta colpendo con pugno di ferro le infrastrutture terroristiche e i soldati dell’Idf stanno combattendo coraggiosamente per creare le condizioni per il rilascio degli ostaggi e la sconfitta di Hamas. Non ci arrenderemo e non torneremo indietro, finchè la missione non sarà completata». 

Intanto le voci della società civile israeliana continuano a farsi sentire: «Credo che questa invasione di Gaza City sia una cosa terribile», dice Naama Barak, un’attivista del movimento Women Wage Peace. «Dobbiamo fare tutto il possibile per fermarla. Penso che il governo stia imboccando una strada molto, molto sbagliata. Come cittadini di questo Paese, dobbiamo fare tutto il possibile per fermarlo. Credo che il nostro primo ministro stia esagerando». 

«Tutta la notte le finestre di casa mia a Tel Aviv hanno tremato a causa dei bombardamenti a Gaza. Le bombe che hanno ucciso decine di persone in poche ore. Sì, umani. Non solo numeri, gente. E i bambini sono a Gaza? Cosa c’entrano? E gli israeliani rapiti a Gaza, e loro? Tutto quello che il governo sa fare è mandare piloti e soldati a bombardare, uccidere e commettere un genocidio? Quando diremo basta?!», ha scritto sulla sua pagina Facebook, Alon-Lee Green, tra i fondatori del movimento Standing Together.

Nella Striscia di Gaza si consuma un genocidio in diretta. E a parlare ufficialmente di genocidio è anche un rapporto reso noto oggi una commissione d’inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite. «La Commissione ritiene che Israele sia responsabile del genocidio commesso a Gaza», ha insistito Navi Pillay, presidente della commissione. «È chiaro che esiste l’intento di distruggere i palestinesi di Gaza attraverso atti che soddisfano i criteri stabiliti dalla Convenzione sul Genocidio».

In una conferenza stampa a Ginevra, i membri della Commissione d’inchiesta, Navy Pillay e Chris Sidoti, che non fanno parte dello staff delle Nazioni Unite ma sono stati nominati dai 47 Stati membri del Consiglio per i diritti umani, hanno spiegato che le loro indagini sulla guerra a Gaza, a partire dagli attacchi terroristici guidati da Hamas in Israele il 7 ottobre 2023, hanno portato alla conclusione che le autorità e le forze di sicurezza israeliane «hanno commesso quattro dei cinque atti genocidi definiti dalla Convenzione del 1948 sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio». Questi atti sono: uccidere, causare gravi danni fisici o mentali, infliggere deliberatamente condizioni di vita volte a provocare la distruzione dei palestinesi e imporre misure volte a impedire le nascite.

Pillay ha sostenuto che la responsabilità per i crimini atroci «ricade sulle autorità israeliane ai massimi livelli», in mezzo a «dichiarazioni esplicite» denigratorie nei confronti dei palestinesi da parte di autorità civili e militari israeliane. La Commissione ha anche analizzato la condotta delle autorità israeliane e delle forze di sicurezza israeliane a Gaza, «inclusa l’imposizione di fame e condizioni di vita disumane ai palestinesi di Gaza… l’intento genocida era l’unica deduzione ragionevole che si potesse trarre dalla natura delle loro operazioni», ha dichiarato durante le presentazione.

Credit: AP/Photo/Jehad Alshrafi/ Associated Press/LaPresse

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