Medio Oriente
Gaza, i bambini sono scheletri
La testimonianza di una madre: «Pur cercando in tutto il vocabolario della lingua araba, non esiste una parola che riesca a descrivere l'orrore che stiamo vivendo. Parlo con il peso della fame sul petto. È una tragedia reale. Ogni giorno torno a casa a mani vuote, senza nulla da dare da mangiare ai miei figli. Il pane è irraggiungibile e le lacrime non bastano più a calmare i bambini. La fame non è temporanea: vive con noi»
di Redazione

Con la fama a Gaza ormai a livelli catastrofici, ActionAid chiede un accesso umanitario immediato e senza restrizioni, che consente la distribuzione su larga scala degli aiuti attraverso le Nazioni Unite – inclusa l’Unrwa – e le agenzie umanitarie con comprovata esperienza e capacità di risposta. I leader mondiali devono agire subito. In tutta Gaza, lo staff di ActionAid e i partner locali continuano a sostenere le comunità, anche mentre sono allo stremo e affrontano loro stessi una condizione drammatica.
Una madre racconta ad ActionAid: «Pur cercando in tutto il vocabolario della lingua araba, non esiste una parola che riesca a descrivere l’orrore che stiamo vivendo. Parlo con il peso della fame sul petto. È una tragedia reale. Come donna che lavora, la fame mi sfianca più del lavoro stesso. Ogni giorno torno a casa a mani vuote, senza nulla da dare da mangiare ai miei figli. Il pane è irraggiungibile e le lacrime non bastano più a calmare i bambini. La fame non è temporanea: vive con noi».
Questa è una carestia deliberatamente e sistematicamente prolungata. Alaa AbuSamra, responsabile della risposta emergenziale di ActionAid a Gaza, afferma: «Le persone crollano per strada per la fama. Le madri danno ai loro bambini acqua con zucchero al posto del latte. I bambini sono scheletrici. Il cibo è introvabile o ha prezzi inaccessibili. La comunità internazionale è complice. Dove sono i camion degli aiuti? Dove sono le sanzioni promesse? Invece di portare sollievo, hanno firmato una condanna a morte. Gaza è un incubo e tutto questo deve finire».
Nonostante il peggioramento della crisi, le autorità israeliane continuano a bloccare, limitare e militarizzare sistematicamente la distribuzione degli aiuti umanitari, in violazione del diritto internazionale. L’attuale sistema mina i principi fondamentali dell’azione umanitaria – imparzialità, neutralità, indipendenza – e contribuisce direttamente alla carestia.
Faten Abu Shamalah, coordinatrice di progetto per Wefaq, partner di ActionAid, denuncia: «I terreni agricoli sono inaccessibili, i mercati distrutti, gli aiuti bloccati. Le persone sopravvivono con cibo in scatola, quando si trova. Le verdure fresche sono rarissime e comunque inavvicinabili per la maggior parte di noi. Le persone bevono acqua contaminata e le malattie si diffondono. In preda alla disperazione, si cucina con legna, plastica, persino rifiuti, a causa della assenza totale di carburante ed elettricità».
La scorsa notte i bombardamenti sono stati pesanti a Gaza. Ma è la fama, oggi, la vera arma. ActionAid chiede di cessare il fuoco immediato e l’accesso umanitario pieno e senza ostacoli.
AP Photo/Fatima Shbair/LaPresse
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