Medio Oriente

Gaza, l’inferno a Deir al Balah. Le bombe non risparmiano nessuno: né i bambini né gli operatori umanitari italiani

Inizia l’offensiva di terra a Deir al Balah, nel centro della Striscia di Gaza. «Ci sono carri armati, aerei e droni ovunque», racconta Gennaro Giudetti, operatore umanitario italiano che si trova lì. «Bombardano su tutto e tutti, anche sulle zone deconflicted dove non potrebbero farlo». Il governo italiano deve fare pressione su quello israeliano affinché vengano rispettate e tutelate le regole di ingaggio nei conflitti

di Anna Spena

Gli ordini di evacuazione sono arrivati con biglietti lanciati dal cielo: andate via. Non si ferma la ferocia dell’esercito israeliano che nella mattina del 20 luglio ha iniziato a bombardare senza sosta la città di Deir al Balah, centro della Striscia di Gaza. La città è stata assaltata anche con i carri armati.

È stato ordinato alla popolazione civile di spostarsi verso al Mawasi, una località costiera meridionale. Una zona gravemente sovraffollata che soffre di condizioni igieniche precarie e mancanza di beni essenziali, una situazione comune in tutta la Striscia.

Ad oggi l’85% della Striscia è sotto ordine di evacuazione, ora si aggiunge anche l’ultima parte, la zona centrale, dove sono concentrate le ong e le agenzie delle Nazioni Unite. «Vogliono che evacuiamo anche noi senza portare via nulla», racconta l’operatore umanitario Gennaro Giudetti. «Tutti devono andare via. Il problema è che non sappiamo dove andare, e se andiamo via perdiamo tutto, perché il rischio di saccheggio è altissimo. E senza più nulla saremmo costretti a interrompere le operazioni. Mi viene da piangere. Ci sono tutti questi bambini per strada che non riescono a spingere i loro carichi per scappare. Se andiamo via noi è la fine per tutti, i nostri colleghi locali ci pregano di non lasciarli soli».

Durante tutta la giornata di domenica le bombe non hanno mai smesso di cadere: «È la resa dei conti, stanno utilizzando bombe più grosse del solito. Il 27 luglio chiude il parlamento israelinao e quindi per tre mesi il governo non può cadere. Perciò vogliono accelerare le operazioni in questi giorni. Questi ordini di evacuazione sono folli, vogliono spingere tutti verso il Nord e verso il Sud. Soprattutto verso la spiaggia». 

Per questioni di sicurezza il team per cui lavora Giudetti è stato spostato negli uffici «hanno iniziato a bombardare di fianco a noi, era troppo pericoloso. È insostenibile. Stanno buttando giù l’impossibile, all’esercito era stato notificato il nostro spostamento, siamo in macchina e bombardano tutto intorno a noi. I bambini corrono per strada: ci sono carri armati, aerei e droni ovunque».

«Dobbiamo coprirci il volto a causa dello zolfo. L’inferno se esiste è qualcosa di simile a questo. Brucia qualunque cosa. L’avevano detto e lo stanno facendo: «”Raderemo tutto al suolo”, non si fermano un secondo. I carri armati sono arrivati a 200 metri da noi, abbiamo paura dell’errore collaterale ma non possiamo fare nulla. Qui sono saltati tutti gli schemi. Hanno bombardato il terzo piano della casa dove ci trovavamo». Attaccate anche una deconflicted house delle Nazione Unite.

(AP Photo/Abdel Kareem Hana) Associated Press / LaPresse

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