Medio Oriente

Gaza: ucciso operatore di Msf, aspettava cibo da camion degli aiuti

L'operatore Abdullah Hammad è stato ucciso dalle forze israeliane il 3 luglio a Gaza. «Siamo andati a Khan Younis perché avevamo sentito che lì ci sarebbero stati camion di aiuti», racconta un sopravvissuto all'attacco. « Chiunque prendesse un sacco di farina, veniva colpito alla testa. I sacchi di farina erano ovunque, coperti di sangue»

di Redazione

Medici Senza Frontiere condanna l’uccisione dell’operatore Abdullah Hammad. È stato ucciso dalle forze israeliane il 3 luglio a Gaza, dopo che queste hanno deliberatamente preso di mira – senza alcun preavviso – un gruppo di persone che aspettavano i camion di aiuti, tra cui Abdullah. Abdullah Hammad è il dodicesimo operatore di Msf ucciso dall’inizio del conflitto.

Secondo i team medici dell’ospedale Nasser, almeno 16 persone sono state uccise tra coloro che speravano disperatamente di ricevere farina da un camion di aiuti a Khan Younis, nel sud di Gaza, vicino a un impianto di desalinizzazione della zona, dove il 17 giugno si era verificato un incidente simile. Abdullah era un igienista che ha lavorato con Msf nella clinica di Al Mawasi per un anno e mezzo, fino al 30 giugno scorso. 

«Siamo andati a Khan Younis perché avevamo sentito che lì ci sarebbero stati camion di aiuti. C’erano già molte persone, 5 camion erano parcheggiati per permettere alle persone di entrare e prendere quello che potevano. Poi i carri armati israeliani hanno iniziato ad avanzare e abbiamo visto molti cecchini. All’improvviso hanno iniziato ad arrivare colpi da ogni direzione. Chiunque prendesse un sacco di farina, veniva colpito alla testa. I sacchi di farina erano ovunque, coperti di sangue, c’erano così tanti corpi a terra. Mentre eravamo nascosti dietro le macerie di una casa, un drone ci ha raggiunto e ci ha detto di alzare le mani e uscire. Diceva “Non vi è permesso prendere la farina”», ha raccontato un altro operatore sopravvissuto all’attacco.

«Il 3 luglio, le forze israeliane hanno compiuto l’ennesimo massacro, colpendo un gruppo di persone che cercava disperatamente di recuperare sacchi di farina da un camion di aiuti nel sud di Gaza. Questa terribile vicenda ha causato la morte di almeno 16 persone, tra cui un nostro ex collega di Msf, Abdullah Hammad», dice Aitor Zabalgogeazkoa, responsabile dell’emergenza Msf a Gaza. «Il numero preciso delle vittime è probabilmente molto più alto, ma difficile da determinare, poiché le forze israeliane hanno impedito il recupero dei corpi dal luogo dell’attacco. In un secondo momento, hanno ordinato a chi cercava di recuperare la farina rimasta di andare via. Il livello di disperazione per la mancanza di cibo a Gaza ha ormai superato ogni immaginazione. La capacità delle organizzazioni umanitarie di rispondere ai bisogni enormi della popolazione è ridotta al minimo. Le autorità israeliane non solo limitano gli spostamenti e le forniture, ma hanno anche introdotto un sistema militarizzato di distribuzione degli aiuti, umiliante e letale. La fame, imposta deliberatamente alla popolazione palestinese da oltre 100 giorni, sta sfinendo gli abitanti di Gaza, ormai al limite della sopportazione. Questo massacro deve finire immediatamente».

(AP Photo/Abdel Kareem Hana) Associated Press/LaPresse

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