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Genova: Anpas in prima linea nell’assistenza
Nonostante le due sedi di pubbliche assistenze danneggiate, il lavoro dei volontari non si è fermato. Gestite molteplici criticità relative a ricoveri ospedalieri, evacuazione di cittadini rimasti coinvolti dalla esondazione o bisognosi di assistenza/trasporto e attività di verifica, monitoraggio sul territorio colpito dalla piena
di Redazione
In sinergia con la Protezione Civile del Comune di Genova e il servizio 118 di Genova sono state gestite molteplici criticità relative a ricoveri ospedalieri, evacuazione di cittadini rimasti coinvolti dalla esondazione o bisognosi di assistenza/trasporto e attività di verifica, monitoraggio sul territorio colpito dalla piena. Alcune associazioni stanno ospitando e assistendo persone sfollate, mentre le altre sono operative per coprire il territorio.
I numeri dell'intervento – dieci ambulanze utilizzate, un pulmino, un mezzo anfibio, un fuoristrada defender, 15 gli equipaggi impegnati per un numero complessivo di 50 volontari. Da segnalare anche l’allestimento di un dormitorio per 70 abitanti, il campo nomadi evacuato. Due volontari Anpas presenti al COC del Comune.
«Essendo parte integrante e storico del territorio, i volontari e le nostre pubbliche assistenze sono coinvolte, purtroppo, anche nelle loro sedi associative e nelle loro case. Ciò nonostante gli interventi e l’assistenza che in questo momento stiamo portando alle comunità colpite dimostrano la capacità di reazione a questo tipo di emergenze» spiega Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas.
Il bilancio parla di due sedi di pubblica assistenza allagate: la Croce Bianca Genovese e quella dei Volontari del Soccorso di via Canevari. «In questo momento così tragico per la nostra Genova, un ringraziamento va a tutti i volontari Anpas che sono ancora svegli e stanno operando nelle zone colpite dal maltempo per dare sostegno alla popolazione», recita una nota del comitato Anpas Liguria.
Carmine Lizza, geologo responsabile protezione civile Anpas ha sottolineato che «è sempre più urgente trovare una soluzione e ci stiamo impegnando, con il Dipartimento di Protezione Civile sia nella fase di intervento, sia nella prevenzione anche in diretto collegamento con i comuni, come quello di Genova che ha sposato la campagna Io non rischio. Oggi sono trascorsi tre anni dall'alluvione di Saponara. Sono Sette anni dall'alluvione di Vibo Valentia, in Calabria, che poi si è ripetuta ai primi di gennaio del 2010. Nell'ottobre 2009 ci sono state le frane di Giampilieri, a Messina. Nei primi giorni di novembre 2010 c'è stata l'alluvione, con la piena del Bacchiglione, che ha sommerso Vicenza e la Bassa Padovana. Il 25 ottobre 2011 sono state colpite le Cinque terre e pochi giorni dopo, il 4 novembre, si è ripetuta la stessa cosa a Genova. Da volontari del sistema di Protezione Civile, ma anche come cittadini attivi di ogni singola comunità, facciamo appello alla responsabilità di tutti, per il rispetto delle regole e la difesa del territorio».
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