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Georgia, rientrano i rifugiati

Dopo settimane di conflitto, i profughi possono rientrare nelle proprie case

di Redazione

Le truppe russe hanno riaperto la strada che collega Tblisi con la città occupata di Gori, primo segno concreto dell’avvio del promesso ritiro delle forze di Mosca entrate in Georgia dopo il 7 agosto. Secondo il corrispondente della Dpa, mezzi civili e diplomatici sono stati fatti passare al checkpoint che le forze russe hanno istituito lungo l’autostrada a circa 40 chilometri dalla capitale georgiana. I veicoli dei rifugiati che cercano di ritornare nelle loro case sono perquisiti dai militari russi. La città di Gori, che si trova all’interno del territorio georgiano a dieci chilometri dal confine con la secessionista Ossezia del Sud, è controllata dai russi dallo scorso mercoledì.

La Croce Rossa ha confermato che i profughi dell’Ossezia del Sud stanno rientando dall’Ossezia del Nord. Jakob Kellenberger, presidente del Comitato Internazionale (Cicr), lo ha constatato facendo visita a Valdkavkaz, capitale dell’Ossezia settentrionale.

Il Cicr ha ricevuto la scorsa settimana il via libera di Russia e Georgia per recarsi nel territorio meridionale, ma al momento non vi sarebbero le condizioni di sicurezza necessarie per una missione. Secondo l’alto commissariato Onu per i riugitati i profughi sarebbero 158.600, di cui 98.600 in Georgia, 30mila in Ossezia del Nord e 30mila in Russia.

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