Non profit

Georgia, Ue stanzia altri 5 milioni per aiuti umanitari

L’aiuto si aggiunge al milione già predisposto lo scorso agosto. Serviranno per fornire alimenti, alloggi e attività di bonifica dalle mine

di Redazione

La Commissione europea ha stanziato un nuovo pacchetto umanitario pari a 5 milioni di euro per sostenere le vittime del conflitto in Georgia. I fondi, si legge in una nota diffusa a Bruxelles, saranno gestiti da ‘Echo’, l’ufficio per gli aiuti umanitari dell’Unione europea. Questo nuovo aiuto si aggiunge al precedente pacchetto di un milione di euro annunciato dalla Commissione lo scorso 10 agosto, subito dopo lo scoppio del conflitto.

«La Commissione ha agito rapidamente fornendo le prime misure di aiuto umanitario immediatamente dopo lo scoppio del conflitto», afferma nel comunicato il commissario europeo agli Aiuti umanitari, Louis Michel. «A seguito dell’appello d’urgenza lanciato dalle Nazioni Unite sulla crisi in Georgia» prosegue Michel «stanziamo adesso dei fondi supplementari sulla base della nostra valutazione dell’evoluzione della situazione umanitaria sul terreno, in consultazione con le organizzazioni partner di aiuto umanitario».

In particolare, l’assistenza supplementare fornita da Bruxelles consiste in aiuti alimentari, fornitura di alloggi e approvvigionamenti d’urgenza di acqua, installazioni sanitarie, ma anche articoli non alimentari tra cui kit igienici, vestiti, coperte, serbatoi d’acqua, utensili da cucina, cure, mezzi logistici e di protezione soprattutto per donne e bambini. Sono inoltre compresi nel pacchetto la bonifica delle mine e le attività di sensibilizzazione circa i rischi legati a questi tipo di armamenti.

I beneficiari del nuovo aiuto, si precisa nella nota, «sono le popolazioni più toccate dal conflitto, in primo luogo le persone sfollate all’interno della Georgia, quelle provenienti dall’Ossezia del Sud, dalla città di Gori e dai suoi dintorni, gli abitanti di Tskhinvali, le persone originarie della parte occidentale del Paese, in particolare, che fuggono agli scontri in Abkhazia, ma anche le persone di ritorno nel loro Paese, i rifugiati che sono scappati dall’Ossezia del Sud verso la Federazione russa e quelli che sono già tornati» nella regione. I progetti umanitari finanziati da Bruxelles sono attuati da organizzazioni non governative (Ong), agenzie specializzate delle Nazioni Unite, come anche dalla Croce Rossa/Mezzaluna Rossa.

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