Alla faccia dei suoi 99 anni, Gillo Dorfles continua ad essere uno dei cervelli più lucidi (e più liberi) in circolazione. Per la nuova edizione di un suo famoso libro (Fatti e fattoidi, editore Castelvecchi) ha scritto un’introduzione in cui affronta senza complessi e senza nostalgia il tema dell’arte contemporanea. Rilanciando il tema dell’irriducibile tensione alla creatività degli individui.
Tuttavia, credo che al punto cui siamo arrivati occorra tornare alla dimensione dell’individuo. Dovrebbe risvegliarsi nei singoli, proprio in alternativa a questo appiattimento, la spinta verso la creazione individualizzata. Ad esempio, da varie parti stiamo assistendo a un ritorno alla manualità a fronte del dilagare (peraltro spesso encomiabile) del design industriale. Dobbiamo perciò arrivare a un momento in cui alcune singole individualità vorranno e potranno emergere anche nella creazione artistica e letteraria.
L’adulterazione e la contraffazione non hanno vinto totalmente. L’essere umano contiene ancora in sé una riserva di purezza e di invincibile forza singola. Mi capita di dirlo poche volte, ma ci credo profondamente. Nonostante questo appiattimento dovuto alla falsa comunicazione e all’adulterazione di intenti, gusti e costumi, credo che ogni individuo continui ad avere in sé un minimo di autonomia, irriducibile anche se per forza di cose limitata. Si tratta di accrescere e utilizzare al meglio questa autonomia, che tutti, nessuno escluso, possiedono, anche se non tutti sono capaci di farla vedere.
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