Cultura
Giordana, troppo giusto
Cinema."Quando sei nato non puoi più nasconderti". A cura di Maurizio Regosa.
di Redazione
Occorre coraggio per fare un film come Quando sei nato non puoi più nasconderti. Se ci si mette nell?ottica del racconto naturalistico, infatti, si rinuncia a priori ad alcune possibili àncore di salvezza: la simpatia dei personaggi, la costruzione drammatica coi suoi eventuali effetti, l?intervento del narratore. Tutti ingredienti che nel cinema contemporaneo vanno piuttosto per la maggiore. Viceversa, la scelta di Marco Tullio Giordana è stata quella del rigore: data una situazione, si è proposto di seguire come essa può evolversi e seguendo quali percorsi.
Così ecco un?introduzione impeccabile (il quadretto nella provincia del profondo Nord, incentrato su Sandro, ragazzino come tanti), cui fanno seguito un evento singolare (il fanciullo cade in mare, durante una gita in barca a vela) e una catena di altre conseguenze: l?intervento in suo favore di una coppia di rumeni, l?arrivo al campo di ?accoglienza?, il ricongiungimento con i genitori, l?impegno per salvare i rumeni, la delusione che nasce dalla constatazione che, fra etica e libertà, i rumeni scelgono comunque la seconda.
In fondo si tratta di una progressione prevedibile, rispetto alla quale lo spettatore è chiamato a una visione distaccata, non partecipe. Che talvolta – ma solo di rado – si trasforma di segno. Sicché il pregio di questo film diviene anche il suo principale difetto: la sceneggiatura – scritta da Rulli e Petraglia assieme al regista – si rivela troppo programmatica, eccessivamente politically correct nel delineare i personaggi principali (Sandro e la sua famiglia, con il papà industriale che fa lavorare i migranti e ha con loro un buon rapporto ma paternalistico e di stampo ottocentesco).
Ne deriva una pellicola davvero ?giudiziosa? (con un finale inevitabilmente aperto).
Egualmente equilibrato è lo stile: la macchina da presa si rende invisibile, con movimenti essenziali e destinati a non essere percepiti in nome di un realismo piuttosto coerente (che solo in un paio di momenti sembra cedere il passo a un diverso registro stilistico).
Quando sei nato non puoi più nasconderti non può quindi essere annoverato tra i film migliori del pur bravo Giordana, anche se non mancano nemmeno in esso delle buone intuizioni. Come ad esempio quella di creare un sistema di personaggi minori che di tanto in tanto intervengono a dar voce a una realtà provinciale, già multirazziale ma ancora un po? gretta, che è sfondo, contesto e commento al tempo stesso. Maurizio Regosa
Luce in sala
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