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Giorni felici a Golosaria nelle terre dei Gonzaga

di Redazione

Mi avevano detto che mi sarei trovato, perché ogni persona che ha forti radici nel mondo contadino a Mantova si trova. Non è l’Emilia, non è neppure il Veneto e paradossalmente neanche la Lombardia. È Mantova e basta, la terra dei Gonzaga, con quella città lambita dall’acqua come se fosse un mare che è bello visitare anche di notte, prima che le luci del giorno affollino le piazze di mercati, di gente a piedi e in bicicletta. Tu li guardi e sembrano vivere intensamente un’altra dimensione. Nella campagna mantovana, poi, c’è quell’agricoltura che sembrava essersi perduta e le cascine che costeggiano la strada fino a San Benedetto Po annunciano che sono in vendita polli e capponi. Oppure le ciliegie e i meloni, il famoso melone mantovano che arriva in soccorso alla calura estiva. Perché parlo così audacemente di questa città? Perché mi stupisce il ritmo di vita dei paesi, la bellezza che è rimasta dai segni della storia (le chiese, i palazzi, le corti) e quella della campagna; mi piacciono le trattorie come la mia Martinella di San Benedetto Po che fa i tortelli di zucca oppure Le Grazie a Curtatone, dove ci sono anche il riso alla pilota o il cappone alla Stefani. Ma ci sono anche l’Ambasciata, pochi chilometri più in là, a Quistello, dove i Tamani fanno una cucina sontuosa o il sommo Pescatore di Canneto sull’Oglio, la vera grande trattoria italiana. In questo periodo, poi, una volta la settimana sono stato a girare i paesi: da Sabbioneta, patrimonio Unesco dell’Umanità, a Volta Mantovana, patria dei capunsei, fino a Monzambano. Ci sono stato perché il 12 e 13 giugno, in 16 paesi animeremo un’edizione speciale di Golosaria per far vedere ciò che più mi appassiona. Sul sito di Golosaria c’è anche un filmato girato in uno di questi viaggi. E non so se è per l’anima contadina, ma quando ho assaggiato quel Lambrusco mantovano, scuro, frizzante e quasi un poco dolce mi son sorpreso come un bambino. Vuoi vedere che la felicità era alle nostre spalle?

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