Il sottosegretario Carlo Giovanardi, presidente dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia, è soddisfatto: «Alla fine il Piano è stato approvato quasi all’unaniminità». Ora aspetta il via libera definitivo.
Vita: Quanto dovremo aspettare ancora?
Carlo Giovanardi: Il testo ora passa alla Bicamerale Infanzia, che ha 60 giorni di tempo per esprimersi, poi andrà in Conferenza Stato-Regioni e di nuovo in Consiglio dei ministri, prima di essere firmato dal Presidente della Repubblica.
Vita: I livelli essenziali dei diritti e dei servizi nei confronti dei minori saranno richiamati solo nelle premesse o avranno una posizione più incisiva?
Giovanardi: I livelli essenziali sono un elemento la cui realizzazione trascende il nostro Dipartimento. Sono stati richiamati secondo una formula concordata con l’Osservatorio.
Vita: Resta aperto anche il tema delle risorse: ogni azione prevista sarà «finanziabile nei limiti degli stanziamenti»…
Giovanardi: È vero, ma questo è un problema mondiale. La crisi economica pesa su tutti gli interventi all’interno di ogni Stato e noi non ne siamo immuni.
Vita: Il sostegno al welfare risente di un pesante rimpallo di responsabilità tra Regioni e Comuni: lo vediamo nel caso dei ritardi nei pagamenti delle rette alle comunità per minori.
Giovanardi: Ne siamo a conoscenza e per questo, in vista della Conferenza sulla famiglia di novembre, stiamo realizzando una ricerca: intendiamo avere un quadro chiaro di chi spende e quanto spende nel campo delle politiche familiari.
Vita: È vero che l’Osservatorio per l’infanzia, in scadenza il 6 agosto, sarà riassorbito in quello sulla Famiglia?
Giovanardi: Posso dire però che sul settore minori e famiglia esiste oggi una tale frammentazione istituzionale di competenze, tra ministeri, Bicamerale Infanzia, Osservatori, che richiederebbe, in effetti, una razionalizzazione.
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