Non profit

Giovani e alcool, regole e divieti da sole non bastano

di Redazione

La notizia è sulla bocca di tutti in questi giorni: divieto di bere alcolici per i giovani sotto i 16 anni. Dai luoghi della movida arrivano continuamente immagini scioccanti che raccontano e descrivono il devastante reality del quotidiano. In Italia siamo agli ultimi posti per vendita di sostanze alcoliche; il proibizionismo, lo dice la storia, non ha mai portato a reali cambiamenti. Eppure non possiamo non vedere e non farci interrogare da questo consumo esagerato di alcuni giovani che non bevono ma ingoiano e aspettano il sabato sera per stordirsi di drink vari o miscugli come vodka e red bull, cuba libre? Si perde tempo a ragionare sulla veridicità dei dati diffusi dalle ultime statistiche, numeri allarmanti che spaventano genitori e operatori. Ma è questo realmente il problema?
Il 50% dei giovani accolti in comunità dichiarano di avere avuto problemi con l’alcool da prima dei 16 anni. Dobbiamo però definire che cosa definiamo come abuso. Quale la soglia che definisce il patologico? E soprattutto quali soluzioni il mondo dei grandi propone loro? Dagli scaffali dei supermercati fanno bella mostra le nuove bevande energetiche, con le loro confezioni colorate, con le loro promesse miracolose di prestazioni ottimali ed elevate, di folli notti insonni e di divertimento assoluto. Sono queste che attirano maggiormente i ragazzi che ricercano la bacchetta magica per vivere le loro notti estive a pieno, senza perdere neanche un attimo, assaporandone fino in fondo le possibilità. E allora ben vengano le nuove norme restrittive adottate dal Comune di Milano o le nuove normative relative al Codice della strada, ma dobbiamo renderci conto che sono solo una tesserina del disegno più grande che la nostra attenzione a questo problema deve tracciare.
Le norme, le leggi, sono essenziali per mantenere un ordine nelle cose, per definire dei limiti, per dare chiare indicazioni su cosa è giusto e cosa non lo è. Così ci hanno risposto alcuni ragazzi a seguito di un intervento sulla legalità effettuato in una scuola milanese. I ragazzi, specialmente i giovanissimi che ancora stanno formandosi una propria identità e una propria scala di valori, hanno bisogno di regole, di spiegazioni chiare e di confini ben delineati, ma non basta. Noi adulti dobbiamo avere, essere capaci di trasmettere il gusto dell’onestà, della sobrietà, del viversi davvero le cose fino in fondo senza dover per forza andare a fondo. È la nostra cultura che prima di tutto deve cambiare, per essere testimoni credibili di diversi valori.

Si può usare la Carta docente per abbonarsi a VITA?

Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it