Welfare

giugno 2009: giù il muro dei 63mila

di Redazione

Il 7 giugno le presenze delle carceri italiane valicano la soglia dei 63.568 detenuti. Per la prima volta nella storia della Repubblica viene dunque oltrepassato il confine della cosiddetta «capienza tollerabile». Una misurazione che oggi già supera di oltre 20mila unità la capienza regolamentare di 43.215 posti letto. In realtà, però, i posti realmente fruibili nei 205 istituti penitenziari italiani in funzione sono 39.452.
Il numero dei posti regolamentari viene così calcolato: la cella singola deve misurare almeno 8 metri cubi; ogni successiva presenza determina l’aumento della cubatura di 2 metri. In questo momento però si contano 3.763 posti non utilizzabili, per problemi legati a inidoneità strutturali e igieniche, oppure per la chiusura di reparti dovuti alla mancanza di personale penitenziario. La capienza tollerabile, che viene di volta in volta stabilita con decreto ministeriale, prevede l’aumento di una quota possibile di posti attraverso l’utilizzo delle brande a castello. L’ultimo decreto, datato 2002, stabilisce che l’incremento può arrivare fino al 47% della capienza regolamentare. In altri termini: una cella a due posti viene contabilizzata come una cella a tre posti.
Il primo gennaio 2007, a pochi mesi dall’indulto, i detenuti erano 39.005, nei mesi successivi la media degli ingressi mensili è stata di 823 unità. A conti fatti, il tasso di affollamento del nostro sistema è pari al 144%. Il record negativo spetta all’Emilia Romagna (192%), seguita da Veneto e Puglia (162%). Il piano di edilizia penitenziaria prevede la realizzazione di 17mila nuovi posti entro il 2012, portando così la capienza tollerabile oltre quota 80mila. Quando però i detenuti previsti saranno 96.800.

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