Persone

Giuseppe Cotturri, l’uomo della cittadinanza attiva in Costituzione

L'ex presidente di Cittadinanzattiva è mancato oggi. Il ricordo della segretaria generale dell'associazione Anna Lisa Mandorino: prenderemo sul serio con tutti i soggetti del civismo e della solidarietà che lo vorranno la tua proposta di “liberare tutte le forze della sovranità popolare a favore della generalità dei cittadini”

di Anna Lisa Mandorino

Giuseppe Cotturri è mancato oggi, e già ci manca tanto. La sofferenza del corpo non lo ha risparmiato negli ultimi anni della sua vita, ma come mettendosi a disposizione di una mente ancora più capace di individuare “passaggi di futuro” nelle contraddizioni, talvolta disumane, del presente. 

Peppino ha dedicato gran parte della sua vita di studioso, attivista e militante a scommettere sulla forza riformatrice della cittadinanza attiva: a riflettervi nella sua ricerca e nei suoi libri, a praticarla attraverso la responsabilità assunta direttamente come presidente di Cittadinanzattiva – come nostro presidente -, fino a spingere a costituzionalizzarla, riuscendo nell’impresa, attraverso l’ultimo comma dell’articolo 118.  

Sentire l’articolo 118, ultimo comma, spiegato da Peppino cancellava, rendendole poca cosa, tutte le interpretazioni strumentali o riduttive che pure se ne sono date, perché accendeva una luce di speranza sul progresso dell’umanità e dei diritti, sul ruolo in questo delle cittadine e dei cittadini, sulla loro autonomia nella costruzione dell’interesse generale, sulle “mutazioni molecolari” che sono state e sono in grado di attivare attraverso le loro organizzazioni, sulla loro capacità di rendere vero, praticabile, effettivo il disegno di democrazia contenuto nella Costituzione. 

Per Peppino, Costituzione e cittadini sono saldati in un “Romanzo popolare”, come si intitola un altro suo bel saggio. La Costituzione che ha messo radici nel cuore degli italiani e nei movimenti di cittadine e cittadini e questi ultimi che, da singoli od organizzandosi, ne sviluppano il disegno e progressivamente le danno concretezza. “Alla demenza dei governanti, alla cecità dei detentori di immense ricchezze si contrappone solo il tenace, oscuro e ragionevole operare di persone comuni”, impegnate per la tutela dell’ambiente e della vita; alla irrazionalità di scelte e decisioni foriere di distruzione e autodistruzione la ragionevolezza di chi si prende “cura diretta di bisogni umani”, questo diceva Peppino. E pur nel buio di questi anni, nuovamente dominati dalla follia della guerra, dall’assalto al pianeta dovuto all’opera umana, dalla “furia dissipatrice dell’idea stessa di welfare”, il fatto che, mobilitandosi e aggregandosi, “persone comuni sappiano prendere su di sé l’onere di ricostituire una razionalità del governare” restituisce senso ed energia alla vita collettiva, all’essere abitanti insieme della stessa Terra. 

In queste ore, è ovvio, prevale la tristezza, per noi di Cittadinanzattiva.  E prevale il senso di smarrimento per la scomparsa di colui che, oltre a essere stato un imprescindibile riferimento di pensiero, ci ha dato l’esempio di un modo di vivere dentro l’organizzazione che all’esercizio di potere contrappone la fatica e la pazienza del dialogo e la ricerca di una soluzione capace di trasformare questioni piccole e divisive in proposte alte e inclusive. 

Ma sentire la tua mancanza, Peppino, non vuol dire sentirci soli, perché solo qualche mese fa ci hai consegnato con il tuo ultimo libro “Io ci sono” un ennesimo, prezioso strumento per realizzare la tua “proposta” di impegno. Rivolta non solo a Cittadinanzattiva, ma a tutti “gli attori del civismo e della solidarietà”, come hai preferito denominarci. La tua proposta finale è l’invito ad assumere “un ruolo trainante nella rivitalizzazione della democrazia in Italia, la fiducia che soltanto l’associazionismo e il Terzo settore, nel loro insieme, raccolgono le forze che potrebbero riuscire nell’impresa di salvare la democrazia”, in un momento in cui la prospettiva peggiore è rassegnarsi all’ipotesi che la democrazia sia al suo ultimo atto. 

E quindi il nostro impegno è, sarà di accogliere la tua proposta, andando oltre la sola, importante ma insufficiente consapevolezza di “sentire di essere una forza trainante di profondi cambiamenti”, per raccogliere l’obbligo di partire da quella consapevolezza ed “elaborare un progetto”, “definire precisi obiettivi” finalizzati a dare gambe ed effettività a una Costituzione progressiva. 

Prenderemo sul serio con tutti i soggetti del civismo e della solidarietà che lo vorranno la tua proposta di costituire una piattaforma comune, per colmare quello che “ancora manca all’insieme delle varie esperienze” di attivismo civico e ci sfideremo ad accettare il “grande compito” che ricade su noi “forze di transizione”: non solo e non tanto reclamare per noi stesse, ma “liberare tutte le forze della sovranità popolare a favore della generalità dei cittadini”. 

Tu non mancherai di aiutarci, ne siamo sicuri.

Foto: pagina Facebook di Giuseppe Cotturri

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