Una tragedia annunciata quella che ha coinvolto l?ospedale psichiatrico di Cogoleto. Il crollo del muro di una stanza nel reparto femminile, ha causato la morte di una paziente e contusioni per altre tre ospiti. Nel corso degli ultimi anni l?ospedale psichiatrico di Cogoleto è stato al centro di diversi fatti contro la dignità umana, e questa tragedia è un ulteriore scempio.
Sin dal 13 settembre 1993, data in cui il Comitato dei cittadini per i diritti dell?uomo e il senatore Edo Ronchi hanno effettuato una ispezione a sorpresa denunciando lo stato di degrado e di pericolo della struttura. Malgrado questa denuncia non sono state intraprese azioni efficaci per evitare la tragedia di oggi. Con la legge Finanziaria del 1995 tutti i residui manicomiali avrebbero dovuto chiudere entro il 31 dicembre ?96 ma, anche qui, nulla è stato fatto. Di recente Cogoleto non ha rispettato neanche il termine del 31 marzo 1998 per chiudere definitivamente la struttura. A nulla è valso l?ulteriore denuncia della commissione Affari sociali durante la seconda ispezione parlamentare il 7 febbraio 1997, guidata dall?onorevole Marida Bolognesi. Dalle dichiarazioni dello psichiatra responsabile della struttura, il reparto era stato giudicato agibile in quanto non in pessime condizioni strutturali. A questo si dovrebbe rispondere che quelle donne non avrebbero dovuto trovarsi all?interno di quella struttura, in primo luogo. Quindi quale responsabilità ha il management psichiatrico e sanitario su questa tragedia? Oppure si continuerà a sostenere che è stato per gravi fatalità e che non si poteva prevedere? È giunto il momento per dare giustizia e dignità a queste persone segregate nei residui manicomiali.
Comitato dei cittadini per i
diritti dell?uomo, Roma
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