S’intitola «Manifesto per un’educazione senza violenza» ed è la campagna lanciata il 31 marzo scorso da Save the Children per sensibilizzare i genitori italiani all’utilizzo di metodi educativi improntati sul dialogo e non sulla violenza e per arrivare all’adeguamento della normativa attuale con il divieto di utilizzare punizioni fisiche nell’educazione dei figli. Per chi pensa che sia superfluo, basta dare un’occhiata ai numeri della ricerca che l’organizzazione ha condotto in collaborazione con Ipsos sui sistemi educativi delle famiglie italiane: il 25% dei genitori italiani ammette di utilizzare ancora le punizioni corporali, dallo schiaffo alla sculacciata, come metodo correttivo. Sicuramente la pratica è molto ridimensionata rispetto a un tempo, eppure permane una percentuale di genitori, pari al 2%, che utilizza le punizioni corporali quasi tutti i giorni, mentre il 23% lo fa qualche volta in un mese.
In Europa, l’utilizzo delle punizioni corporali nei confronti dei bambini, anche in ambito familiare, è vietato in Svezia, Norvegia, Finlandia, Austria, Cipro, Danimarca, Lettonia, Bulgaria, Ungheria, Germania, Romania, Grecia e, dal 2007, anche nei Paesi Bassi, in Portogallo e Spagna. L’adeguamento della legge italiana, secondo Save the Children, consentirebbe al nostro Paese di fare un «ulteriore passo in avanti nella tutela dei minori, lanciando un messaggio chiaro ed innovativo».
www.savethechildren.it
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