Tratta & sfruttamento

Gli schiavi di oggi: uno su quattro è minorenne

Pubblicata la XV edizione del dossier "Piccoli Schiavi Invisibili" di Save the Children. La maggior parte, circa 9 milioni, è coinvolta in matrimoni forzati, mentre i restanti 3,2 milioni sono divisi in sfruttamento sessuale (1,6 milioni), sfruttamento lavorativo o in attività illecite (1,3 milioni) e lavori forzati imposti dalle autorità statali (320mila). Le ragazze rappresentano il 57% delle vittime minorenni rilevate a livello globale e nel 60% dei casi il loro sfruttamento è di tipo sessuale

di Redazione

Nel mondo 1 persona su 4 in condizione di sfruttamento o schiavitù moderna (un concetto ampio che si riferisce a ogni azione volta a trarre indebito vantaggio da persone in condizioni di debolezza o dipendenza. Rientrano dunque in questo ambito, per i minori, lo sfruttamento lavorativo, quello sessuale, il coinvolgimento in attività criminali, i matrimoni forzati, la servitù domestica forzata, il reclutamento in conflitti armati e così via) è minorenne, pari a 12,3 milioni (i minori rappresentano circa un caso su 4 – 24,8% – sul totale di 49,6 milioni di persone in condizione di schiavitù, secondo gli ultimi dati relativi al 2021). La maggior parte, circa 9 milioni, è coinvolta in matrimoni forzati, mentre i restanti 3,2 milioni sono divisi in sfruttamento sessuale (1,6 milioni), sfruttamento lavorativo o in attività illecite (1,3 milioni) e lavori forzati imposti dalle autorità statali (320mila). 

Questi sono solo alcuni dei dati pubblicati nella XV edizione del “Dossier Piccoli Schiavi Invisibili” di Save the Children, che quest’anno dedica un’attenzione specifica al ruolo delle tecnologie digitali, che stanno trasformando in modo radicale le modalità di adescamento, controllo e sfruttamento dei minori. La loro esposizione precoce e spesso non mediata al mondo online amplifica i rischi e le reti criminali operano in modo fluido, combinando strumenti digitali e interazioni fisiche.

Per quanto riguarda la tratta, nel 2022 è minore più di una vittima su 3 (il 38% del totale delle 68.836 persone coinvolte per cui è stata rilevata l’età, cioè oltre 26mila bambini e adolescenti). È senz’altro una sottostima, ma in ogni caso il numero di minori identificate come vittime di tratta è aumentato del 31% rispetto al 2019, evidenziando una crescita significativa nella rilevazione del fenomeno minorile a livello globale. L’incremento è attribuibile alla maggiore incidenza delle ragazze tra le vittime trafficate a fini di sfruttamento sessuale, all’aumento dei ragazzi vittime di tratta per lavoro forzato, in particolare in Europa e nel Nord America, e alla forte crescita delle vittime minorenni nell’Africa Sub-Sahariana.

Negli ultimi anni, il fenomeno della trattazione e dello sfruttamento dei minori ha assunto una dimensione sempre più complessa e dinamica, alimentata da crisi globali interconnesse, quali l’instabilità economica, i conflitti armati, le migrazioni forzate, i disastri ambientali e l’acuirsi delle disuguaglianze economico-sociali. La capacità di adattamento delle reti criminali sta trasformando in modo radicale le modalità di adescamento, controllo e sfruttamento dei minori, attraverso l’utilizzo sempre più sistematico delle tecnologie digitali, di social media, app di messaggistica, criptovalute e strumenti di comunicazione criptata.

«Ogni anno milioni di bambine, bambini e adolescenti vengono coinvolti in forme diverse di abuso: dallo sfruttamento sessuale e lavorativo, all’accattonaggio forzato, dall’utilizzo domestico fino al coinvolgimento in attività criminali. Le reti criminali hanno saputo velocemente intercettare il fascino dei più piccoli per le tecnologie digitali e le debolezze della rete di protezione on-line dove poter insinuarsi per adescare e sfruttare i minorenni senza neanche doverli necessariamente incontrare, tanto che la maggioranza delle vittime con meno di 18 anni in Europa è di cittadinanza europea e molto spesso lo sfruttamento è avvenuto nel Paese di appartenenza. È fondamentale ora che la rete di protezione – istituzionale e della società civile – risponde con altrettanta velocità», dichiara Antonella Inverno, responsabile ricerca e analisi di Save the Children.

Le ragazze rappresentano il 57% delle vittime minorenni rilevate a livello globale e nel 60% dei casi il loro sfruttamento è di tipo sessuale. I ragazzi, al contrario, risultano maggiormente coinvolti in situazioni di lavoro forzato (45%).

I Paesi dell’America Centrale e dei Caraibi si presentano come quelli con la più alta incidenza di vittime minorenni: più di 3 vittime su 5, tra quelle rilevate, sono sotto i 18 anni (67%). Seguono l’Africa Sub-Sahariana e i Paesi del Nord Africa con, rispettivamente, il 61% e il 60% dei minori tra le vittime di tratta.

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Europa e Italia

Secondo il rapporto di Save the Children, il fenomeno della tratta e dello sfruttamento dei minori, che continua a minacciare i diritti e la sicurezza di bambine, bambini e adolescenti, non risparmia neanche l’Europa. Nel 2023 le vittime minorenni di tratta costituiscono il 12,6%, pari a 1.358 bambine, bambini e adolescenti, per lo più identificate in Francia (29,4%), Germania (17,7%) e Romania (16,3%), sfruttate nel 70% dei casi a sessuali fini, mentre il restante 30% è impiegato in lavoro forzato (13%) o in altre forme come l’accattonaggio forzato o attività criminali forzate (17%) come rapine, borseggi o spaccio di sostanze stupefacenti.  

Rilevante sottolineare che, nel periodo 2021-2022, l’81% delle vittime di tratta minorenni (2.401) in Europa era rappresentato da cittadini dell’Ue e l’88% di essi (2.120) è stato sfruttato nello Stato membro di appartenenza. Generalmente, i trafficanti cercano di adescare minori che provengono da contesti sociali e familiari fragili, che vivono in condizioni di povertà e in alcuni casi affetti da disturbi psicologici.

In Italia, la trattazione e lo sfruttamento dei minori rappresentano una realtà sommersa, che coinvolge sia flussi migratori internazionali – il Paese si conferma crocevia di transito e destinazione di minori vittime di tratta – sia contesti interni di povertà sociale.  Le vittime sono spesso coinvolte in forme multiple di sfruttamento: sessuale, lavorativo, forzato in ambito domestico, fino al coinvolgimento in attività criminali forzate o accattonaggio coatto.

Tratta elettronica

La digitalizzazione della società contemporanea ha profondamente trasformato il panorama del trattamento e dello sfruttamento minorile. In questo contesto, si parla sempre più spesso di “e-trafficking”, che include tutte le forme di trattazione e sfruttamento di esseri umani che si avvalgono in modo determinante delle tecnologie digitali, sia per il reclutamento, l’adescamento e il controllo delle vittime, sia per la gestione logistica, il pagamento e la distribuzione dei profitti.

Save the Children sottolinea che l’ e-trafficking , caratterizzato dall’uso sistematico di piattaforme online, social network, app di messaggistica e strumenti digitali, consente di abbattere le barriere geografiche, rendere più rapidi ed efficienti i processi di trattamento e sfruttamento e ridurre i rischi per gli sfruttatori. Questa modalità – utilizzata sia per sfruttamento sessuale che per il coinvolgimento dei minori in attività criminali forzate, il lavoro forzato e la produzione e/o distribuzione di materiale di abuso online – permette di raggiungere un numero molto più ampio di potenziali vittime, di agire in modo anonimo e di rendere più difficile l’individuazione e il contrasto da parte delle autorità.

«Lo sfruttamento sessuale online dei minori comprende tutte le forme di manipolazione psicologica e abuso sessuale che avvengono tramite strumenti digitali e piattaforme online. L’e-trafficking oggi si muove su due binari intrecciati. Da un lato, le tecnologie digitali potenziano le forme tradizionali di tratta, rendendo più rapide e invisibili attività come il reclutamento o il trasporto delle vittime. Dall’altro, emergono modalità di sfruttamento nate e sviluppate interamente online, dove l’abuso avviene a distanza, attraverso live-streaming e/o con la creazione e distribuzione di materiale di abuso sessuale online, anche tramite intelligenza artificiale. Queste due dimensioni non sono più distinte. Le reti criminali lavorano in modo fluido, combinando strumenti digitali e interazioni fisiche. Lo sfruttamento online e offline si alimenta a vicenda, rendendo più difficile l’intervento delle autorità, la componente digitale è ormai presente: lo sfruttamento può iniziare online e sfociare in incontri fisici, oppure restare confinato al web, con contenuti prodotti su richiesta ricatto che può basarsi anche sull’uso di immagini intime», afferma Chiara Curto Pelle, coordinatrice programma tratta e utilizzo sessuale di Save the Children.

L’esposizione precoce e spesso non mediata dei minori al mondo online amplifica i rischi. Tecniche come il grooming o il fenomeno dei “lover boys” sfruttano il bisogno di affetto e approvazione, manipolando le emozioni per ottenere obbedienza e silenzio. I sociali diventano strumenti di controllo, e l’età delle vittime si abbassa sempre più: oggi si registrano casi già a partire dai 9 anni.

Una nuova frontiera è la “gamification” dello sfruttamento . Questa strategia utilizza gli sviluppi della tecnologia – che ha trasformato le esperienze di gioco online facendole passare da piattaforme chiuse a spazi virtuali che consentono un’ampia gamma di interazioni sociali – e la risposta psicologica associata alle fasi del gioco – come il progresso (es. Il passaggio ad un livello successivo del gioco) oi premi e le ricompense (es. i badge che si ottengono quando si completa un’attività o si vince una sfida) – per rendere più soddisfacente e “normale” la partecipazione a reti criminali, mascherando lo sfruttamento dietro dinamiche ludiche e sociali. innocuo. Dalla ricerca è emersa una crescita dello sfruttamento sessuale online dei minori, facilitato da pratiche come il grooming online e la distribuzione di materiale di abuso sessuale, anche grazie all’uso di intelligenza artificiale, un aumento della trattazione per sfruttamento nella criminalità forzata, fenomeno in diffusione in Europa e che interessa soprattutto i minori di sesso maschile, l’espansione dei rischi nei nuovi ambienti digitali dove la protezione dei minori è spesso inadeguata e difficile da monitorare, la maggiore competenza dei minori online, a una minore del rischio, una scarsa izzazione alfabetizzazione digitale, l’isolamento sociale e la mancanza di supervisione adulta e una maggiore difficoltà investigativa e giudiziaria, a causa delle caratteristiche peculiari di questo fenomeno (anonimato, decentralizzazione delle reti, opacità finanziaria e assenza di armonizzazione normativa internazionale).

Save the Children chiede interventi urgenti per identificare e proteggere le minori vittime di trattamento e sfruttamento, attraverso un sistema coordinato tra istituzioni e società civile. Servire un supporto personalizzato, con accoglienza, assistenza psicologica, medica e legale, basato su un approccio attento ad età e genere. È fondamentale formare gli operatori sulle nuove forme di sfruttamento online, inclusi i rischi legati all’uso dell’intelligenza artificiale. L’Organizzazione sollecita anche una cooperazione rafforzata tra forze di polizia ed enti di protezione a livello europeo, e investimenti nella ricerca per prevenire fenomeni emergenti e sviluppare politiche efficaci.

I progetti di Save the Children per il contrasto alla tratta e allo sfruttamento

Save the Children è da anni impegnata con progetti di contrasto alla tratta e allo sfruttamento. Il progetto Vie d’Uscita , promosso dal 2012 in collaborazione con enti anti tratta locali, ha l’obiettivo di supportare l’identificazione e l’emersione di minori e neomaggiorenni vittime di tratta e sfruttamento. Nel corso del 2024 ha raggiunto 718 beneficiari, di cui 131 minori. Il progetto Nuovi Percorsi si occupa di sostenere, in tutta Italia, i minori e le mamme sopravvissute alla tratta e allo sfruttamento, al fine di garantire la reintegrazione delle donne, la crescita sana dei minori e l’autonomia dell’intero nucleo. Dal 2021 ha supportato 1.348 beneficiari. Nel 2022 sono stati avviati il progetto Sportello Nuovi Percorsi Roma , con la finalità di supportare nuclei composti da giovani mamme e minori che si trovano in una condizione di forte vulnerabilità, incluse persone esposte al rischio di tratta o sfruttamento, che fino al primo semestre del 2025 ha sostenuto un totale di 1.596 persone. E il progetto Liberi dall’Invisibilità , volto a proteggere e supportare minori e adulti che vivono nella zona agricola della Fascia Trasformata, nella provincia di Ragusa, in partenariato con l’Associazione “I tetti colorati” e con “Caritas Diocesana di Ragusa”, che fino a giugno 2025 ha coinvolto 515 persone attraverso percorsi personalizzati di empowerment, supporto scolastico e accompagnamento sociale, di cui 296 minori. Infine, da aprile 2023 a marzo 2025, Save the Children ha implementato il progetto transnazionale EVA ., insieme a partner di Francia e Spagna con l’obiettivo di identificare, nelle zone di transito di Ventimiglia, Irun e nelle città di Parigi e Nimes, vittime di tratta e sfruttamento, che ha permesso di intercettare 995 potenziali vittime di tratta nei 3 Paesi, di cui 416 solo in Italia.

Credit foto Antonio Cappella per Save the Children

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