Welfare
Gran Bretagna, l’80 % dei nuovi assunti è straniero
Negli ultimi dieci anni, la maggior parte dei posti di lavoro è andata agli immigrati. Merito del boom economico ma anche della dinamicità del mercato.
di Redazione
In Gran bretagna, i nuovi assunti non parlano inglese. Secondo una ricerca dell’istituto nazionale di statistica l’80 % dei psti di lavoro creati negli utimi dieci anni sono stati occupati da stranieri. Il boom occupazionale ha avuto come principali beneficiari gli immigrati, quindi.
Il rapporto della Commissione statistiche ha stabilito che tra il 1997 e il 2007 in Gran Bretagna sono stati creati 2,1 milioni di nuovi posti di lavoro, più della metà (1,1 milioni) dei quali andati a stranieri. Tuttavia, è stato precisato, che a seconda della definizione di migrante, questa percentuale può arrivare all’80%: nella definizione di ‘straniero’ può infatti essere compreso anche chi è nato all’estero, e ha nel frattempo acquisito la cittadinanza britannica. Tra il 1997 e il 2001 il numero stimato di lavoratori nati all’estero è cresciuto di 1,4 milioni, contro i 300.000 britannici.
L’estrema dinamicità del mercato del lavoro britannico – facile essere assunti con tutte le garanzie, altrettanto facile essere licenziati – ha generato alta occupazione, trasformando il paese in un magnete per i lavoratori stranieri, in particolare dell’est europeo, che dall’allargamento dell’Ue in poi sono arrivati a centinaia di migliaia in Gran Bretagna, polacchi in testa. In particolare questi lavoratori hanno trovato impiego nell’edilizia, nella ristorazione e nel settore alberghiero e dei servizi.
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