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Grandi Laghi: vertice si chiude con accordo

La seconda Conferenza Internazionale sui Grandi Laghi di Nairobi si è chiusa con un accordo per la stabilità dell'area da parte di 11 capi di stato africani.

di Redazione

Un accordo per la stabilità e lo sviluppo dei Grandi Laghi. Si è chiusa con un accordo firmato da 11 capi di stato africani la Seconda Conferenza Internazionale sui Grandi Laghi, che si è svolta il 14 e 15 dicembre a Nairobi. E dai Paesi interessati cominciano ad arrivare le prime reazioni positive: “Desideriamo esprimere il nostro apprezzamento ai Capi di Stato e di Governo della regione dei Grandi Laghi per l?iniziativa di riunirsi per riflettere e discutere le questioni di comune interesse? si legge in un comunicato dei vescovi dell?Associazione dei Membri delle Conferenze Episcopali dell?Africa Orientale (Amecea) circa la firma dell’accordo per promuovere la sicurezza, la stabilità e lo sviluppo per la regione.

?La presenza del rappresentate della Santa Sede e il messaggio del Santo Padre sono segni evidenti di come il cuore del Santo Padre è vicino alla Regione dei Grandi Laghi? affermano i vescovi, nel comunicato riportato oggi dall’agenzia Fides. ?Ispirati dal messaggio del Santo Padre, siamo profondamente convinti che la nostra regione ha bisogno di una pace durevole, di sicurezza, della stabilità politica e di uno sviluppo sostenibile?.

?A causa della violenza che ha prodotto la perdita di vite umane, diverse popolazioni sono state lasciate divise e senza speranza – prosegue il messaggio – Quindi, l?iniziativa dei nostri Capi di Stato e di Governo offre la possibilità di iniziare il processo di guarigione, che la Chiesa appoggia in pieno impegnandosi a guidare le nostre genti al perdono e alla riconciliazione, nell?interesse della pacifica coesistenza, attuale e futura?.

I Vescovi chiedono ai leader della regione (che comprende Angola, Burundi, Repubblica centrafricana, Repubblica del Congo, Repubblica democratica del Congo, Kenya, Rwanda, Sudan, Tanzania, Uganda e Zambia) di ?assicurare un?equa distribuzione delle risorse e prevedere e prevenire le situazioni negative future?. Il Patto di sicurezza firmato ieri sembra andare quindi nella direzione auspicata dai rappresentati della Chiesa cattolica. L?accordo prevede infatti la rinuncia da parte dei contraenti a interferire nelle vicende dei propri vicini, la lotta allo sfruttamento illegale delle risorse della regione e il disarmo delle formazioni irregolari ancora presenti nell?area. È prevista infine la creazione di un fondo speciale per promuovere lo sviluppo dei Paesi contraenti.

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